Etichetta “a semaforo” addio: vince il made in Italy

L'Ue boccia la modalità di catalogazione degli alimenti in base ai valori nutritivi: il parmigiano era segnato come pericoloso, "luce verde" alle bibite gassate senza zucchero

Una battaglia di civiltà, innanzitutto, soprattutto gastronomica. Dopo mesi di sollecitazioni, la Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione contro il Regno Unito per le etichette “a semaforo” sugli alimenti.

Il sistema introdotto da qualche tempo a Londra – ma l’idea aveva già iniziato ad allettare il governo francese – è stato pensato per combattere l’obesità. Semplice la catalogazione: in base al contenuto di sale, zuccheri o grassi, l’alimento viene indicato come rosso, giallo o verde. Una discriminazione vera a propria secondo i Paesi esportatori come l’Italia. E anche inutile: un prodotto buono e salutare come l’olio o il parmigiano è “pericoloso” – anche se ovviamente è da consumarsi in piccole quantità – mentre le bibite gassate senza zuccheri, ma ricche di coloranti e aromi artificiali, ricevono “luce verde”.

CAMBIO DI ROTTA. Anche il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, aveva recentemente chiesto l’intervento dell’Ue: «La procedura di infrazione va avviata perchè è scandaloso che un Paese impianti un modello che stravolge completamente il g»udizio sulle cose». Tra i primi a protestare, già un anno fa, era stato invece l’eurodeputato della Lega Nord Giancarlo Scottà contro un sistema «discriminatorio nei confronti di alcuni nostri prodotti di qualità, come il parmigiano, il prosciutto crudo e la mozzarella». All’epoca – essendo un sistema esclusivo britannico – la risposta fu che l’etichetta a semaforo non rappresentava un ostacolo agli scambi commerciali. Evidentemente la Commissione deve avere cambiato idea.

«L’obiettivo del semaforo era quello di diminuire il consumo di grassi, sali e zuccheri ma non basandosi sulle quantità effettivamente consumate ma solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, finisce per fuorviare i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale», esulta Coldiretti, «il semaforo rosso penalizza, infatti, la presenza di materia grassa superiore a 17,5 grammi, quello giallo tra 17,5 grammi e 3 grammi e il verde fino a 3 grammi. Una scelta che è già stata adottata in molti supermercati in Gran Bretagna a danno di alcuni settori cardine dell’export Made in Italy e, più in generale, dell’intero trend di consumo nel Regno Unito del cibo italiano, che nel 2013 ha fatto segnare un aumento del 6 per cento, per un valore di 2,8 miliardi».

La prossima battaglia partirà il 14 dicembre, quando partirà la riforma generale delle etichettature in Europa.

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