Banca Etruria, Renzi si difende: no alla sfiducia

Non passano le mozioni di FI e M5S: l’accusa era di un conflitto di interesse sul caso delle banche salvate. Renzi nega e attacca "Il Fatto"

Non passano le mozioni di sfiducia contro il governo di Matteo Renzi presentate al Senato da Forza Italia e 5 Stelle. Nella prima, il fronte del no ha infatti prevalso con 178 voti (101 i sì, un astenuto), mentre nella seconda lo stacco è stato ancora più chiaro: 174 no contro 84 sì e un astenuto. Più nel dettaglio, Forza Italia, insieme alla Lega Nord, sosteneva che ci fosse un conflitto di interessi nella vicenda di Banca dell’Etruria e del Lazio: «Fanno sorgere più di un dubbio su quanto il Governo in carica sia ancora in grado di assolvere al dovere primario di disinteresse personale nell’adempimento di pubbliche funzioni, di imparzialità e di garanzia dei servizi per un ordinato svolgersi delle attività economiche e della vita sociale in generale». Nella seconda mozione, invece, il Movimento 5 stelle sosteneva che «nel corso dell’anno 2015, il Governo ha adottato provvedimenti che, di fatto, hanno mutato radicalmente l’assetto del sistema bancario e creditizio del Paese. E in tale mutazione si sono inseriti atti e fatti idonei a configurare palesi conflitti di interesse: in capo al presidente del Consiglio dei ministri, oltre che ad altri esponenti governativi di primo piano».

LA REPLICA DI RENZI. Il premier ne è però uscito indenne e, dopo l’esito delle votazioni, commenta: «Le due mozioni presentano piccoli refusi: sono un copia e incolla da un quotidiano quanto mai lontano dalla vostra storia. È un grande divertimento, perché è un editoriale del Fatto, la prossima volta magari controllate. Nel 2015 gli articoli sulla stampa italiana dedicati a Banca Etruria sono stati più numerosi di quelli dedicati all’immigrazione. Anziché parlare della direttiva europea sul bail-in o dei crediti deteriorati si è parlato di una sola banca, perché si sostiene che ci sia conflitto di interessi. È un’accusa infima e meschina. Questo governo ha commissariato Banca Etruria senza guardare chi sedeva nel Cda. Banca d’Italia ha sanzionato i familiari di un ministro e non c’è stato neanche un solo avvenimento che possa far parlare qualcuno qua dentro di conflitto di interessi, né per la Boschi né per nessun altro membro del governo».

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