Alluvione in Sardegna, proclamato lo Stato d’emergenza

Sedici morti e migliaia di sfollati. Dal governo subito 20 milioni per l’emergenza, “poi seguiremo con la ricostruzione”, ha affermato il premier Enrico Letta. Allarme aziende agricole

È trascorsa senza ulteriori emergenze la prima nottata dopo la violenta ondata di maltempo che ha messo in ginocchio parte della Sardegna, ha tolto la vita a 16 persone e ha provocato oltre duemila sfollati. Il maltempo sembra, quindi, aver dato una tregua alla regione, nella quale è stato proclamato lo Stato d’emergenza.

20 MILIONI PER L’EMERGENZA. Nella giornata di ieri il premier Enrico Letta, giunto a Olbia, ha espresso vicinanza alla comunità sarda. “Stamani abbiamo allocato le prime risorse, 20 milioni di euro per uscire da questa emergenza e poi seguiremo con la ricostruzione”, ha detto il presidente del Consiglio dei Ministri. “C’è il tema della viabilità interrotta, che ovviamente rende più difficile il soccorso, abbiamo fatto un punto su questo. C’è il tema della popolazione da assistere e purtroppo col ritorno della pioggia, adesso le cose si sono fatte più complicate. C’è il tema dell’aiuto agli sfollati e il recupero degli ultimi dispersi”.

AZIENDE IN DIFFICOLTÀ. “E’ giusto pensare prima a mettere in sicurezza le persone per evitare che questo già tragico bilancio possa peggiorare, ma contemporaneamente nessuno dimentichi il dramma che si sta vivendo nelle campagne”, sottolinea l’assessore all’Agricoltura della Regione, Oscar Cherchi, impegnato sui territori colpiti per capire assieme alle altre istituzioni la portata del danno e stabilire le modalità di intervento in coordinamento con le amministrazioni. “Uomini e animali che si trovano lontano dalle zone urbane e che corrono dei rischi enormi sono ancora in piena emergenza – ha aggiunto – Stiamo predisponendo, insieme alle agenzie Agris e Laore, una verifica puntuale delle scorte alimentari da destinare agli allevamenti. Insieme alle agenzie siamo già al lavoro per capire, in tempi rapidi, quali sono le necessità più urgenti e provvedere a portare soccorso alle aziende in pericolo. Superata questa prima fase si farà la conta dei danni e bisognerà pensare a ripartire, con l’aiuto di tutti”.

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