Un nuovo passo nella transizione energetica italiana arriva da San Donato Milanese (Mi), dove la Banca europea per gli investimenti (Bei) ed Eni hanno firmato un finanziamento da 500 milioni di euro, della durata di 15 anni, destinato a sostenere la conversione della raffineria di Livorno in bioraffineria.
L’intesa, siglata dalla vicepresidente della Bei, Gelsomina Vigliotti e dall’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, riguarda il progetto che porterà alla realizzazione di nuovi impianti per la produzione di biocarburanti idrogenati, tra cui un’unità di pretrattamento delle cariche biogeniche e un impianto Ecofining™ con capacità di 500 mila tonnellate annue.
L’iniziativa trasformerà quello di Livorno nel terzo polo di bioraffinazione Eni in Italia, dopo Venezia e Gela, e si inserisce nella strategia di Enilive, che punta a superare 5 milioni di tonnellate di capacità di bioraffinazione entro il 2030.
Biocarburanti e riduzione delle emissioni
Grazie alla tecnologia Ecofining, l’impianto potrà produrre Hvo, un biocarburante derivato da materie prime rinnovabili come oli da cucina esausti e residui dell’industria agroalimentare, già utilizzabile in purezza per trasporti stradali e distribuito attraverso le infrastrutture esistenti.
La riconversione consentirà inoltre di produrre Hvo diesel, Hvo nafta e bio-Gpl e, in futuro, di adattare l’impianto alla produzione di Saf (Sustainable Aviation Fuel), carburante sostenibile per il settore aereo.
Per Vigliotti questo progetto è “un esempio concreto di come l’innovazione industriale possa accelerare il percorso verso la neutralità climatica” mentre Descalzi lo definisce “una conferma dell’impegno di Eni nella decarbonizzazione”.
Secondo le stime, la domanda globale di biocarburanti idrogenati è destinata a crescere del 65% nel periodo 2024-2028, rafforzando il ruolo di Livorno come snodo strategico nella riduzione delle emissioni nel settore trasporti.
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