Stefano Domenicali: chi è il Ceo della Formula 1 che sta rilanciando il business dei motori

Stefano Domenicali: chi è il Ceo della Formula 1 che sta rilanciando il business dei motori© Photo by Kym Illman/Getty Images

Stefano Domenicali è una delle figure più influenti nel panorama automobilistico internazionale. Nato a Imola l’11 maggio 1965, è attualmente Presidente e Ceo della Formula 1, ruolo che ricopre dal gennaio 2021.

Con una carriera che spazia dalla Ferrari alla Lamborghini, Domenicali sa coniugare passione per le corse, competenze manageriali e visione strategica, contribuendo significativamente all’evoluzione del motorsport globale.

Gli inizi della carriera di Domenicali: da Imola alla Ferrari

Stefano Domenicali cresce a Imola, città simbolo della Formula 1. Respirando fin da giovane l’atmosfera delle corse, il suo destino è praticamente scritto e che si appassioni a determinate realtà è una diretta conseguenza delle sue esperienze da bambino e adolescente.

Laureatosi in Economia e Commercio all’Università di Bologna, nel 1991 entra in Ferrari, iniziando un percorso che lo porterà a ricoprire ruoli di crescente responsabilità. Dopo essersi occupato di affari fiscali e societari, si trasferisce al circuito del Mugello, di proprietà della Ferrari, dove diventa responsabile del controllo di gestione. Nel 1995 assume il ruolo di capo del personale della Gestione Sportiva, gestendo anche le sponsorizzazioni. Nel 1998 viene nominato Team Manager della Scuderia Ferrari.

La sua competenza non viene messa mai in discussione, tanto da ricoprire ruoli di grande rilievo. La capacità di guardare al futuro e di cambiare prospettiva, rimanendo al passo coi tempi, è il segreto del suo successo, il valore aggiunto che gli è sempre stato riconosciuto e che, oggi più che mai, è necessario per rimanere competitivi.

Team Principal della Scuderia Ferrari

Nel 2008, Domenicali diventa Team Principal della Scuderia Ferrari, succedendo a Jean Todt. Sotto la sua guida, la squadra conquista il Campionato Costruttori nel 2008, l’ultimo titolo iridato per l’azienda fino a oggi. Durante il suo mandato, è stato apprezzato per la sua leadership e per la capacità di mantenere unita la squadra anche nei momenti difficili, enfatizzando l’importanza della coesione e del lavoro di gruppo.

Anche oggi, rispetto alle difficoltà del settore in cui opera, non ha cambiato opinione e a chi dice che la Formula 1 non abbia più margini di crescita risponde che non è vero e che il fulcro della questione è soltanto uno: “Mettere fondamenta solide, che significa concentrarsi non solo sulle tecnologie, ma sulle risorse umane”, così dichiara poco tempo fa al Corriere della Sera.

Nel 2014, dopo 23 anni in Ferrari, Stefano Domenicali rassegna le dimissioni, segnando la fine di un’era per la Scuderia. È in questo momento che vive esperienze formative ed entusiasmanti in aziende del calibro di Audi e Lamborghini.

Stefano Domenicali in Audi e Lamborghini dopo l’addio a Ferrari

Dopo l’uscita da Ferrari, Domenicali entra in Audi come vicepresidente per le Nuove Iniziative di Business. Nel 2016 ricopre il ruolo di  Presidente e Ceo di Automobili Lamborghini. Durante la sua gestione, l’azienda raggiunge traguardi significativi e che sono da ricollegare soprattutto a una gestione di visione.

Non è un caso che, un anno dopo, supera il miliardo di euro di fatturato e che nel 2018 lancia il Super SUV Urus, contribuendo a un aumento del fatturato del 40% e a un incremento delle vendite del 51% rispetto all’anno precedente. Nel 2019, le vendite continuano a crescere del 43%, raggiungendo le 8.205 vetture consegnate.

L’esperienza di presidente e Ceo della Formula 1

Nel settembre 2020, arriva l’annuncio che Stefano Domenicali avrebbe assunto il ruolo di Presidente e Ceo della Formula 1 a partire dal mese di gennaio dell’anno successivo, prendendo il posto di Chase Carey. Sotto la sua leadership, la Formula 1 ha vissuto una fase di crescita significativa, sia in termini di popolarità che di innovazione e cambiamento.

Domenicali introduce nuove strategie per avvicinare il pubblico giovane e diversificare l’audience, puntando su storytelling e spettacolarizzazione. Enfatizza l’importanza dei piloti come protagonisti e sostiene l’uso di piattaforme digitali e media, come la serie Netflix “Drive to Survive”, per aumentare l’engagement dei fan.

Oggi il pubblico della Formula 1 è costituito per quasi il 50% da donne e da giovanissimi. Riuscire a riconoscere il target e saper parlare in maniera mirata e personalizzata è essenziale perché la comunicazione si efficace e, questo, Stefano Domenicali lo sa bene.
“Sarei il meno indicato non essendo su alcun social. Ma ho la fortuna di capire dove vanno le direttrici di comunicazione e di coinvolgimento – specifica sempre durante un’intervista al Corriere di luglio 2025 – Qualche anno fa la F1 ha stravolto il linguaggio per attirare giovani. Con progetti come la serie Netflix e altro, l’età media si è abbassata clamorosamente. Ora anche con il film”.

Nel marzo 2025, il suo contratto viene prolingato fino al 2029, riconoscendo i risultati ottenuti e la visione strategica per il futuro della Formula 1. Un risultato del genere è un chiaro segnale che si sta muovendo nella direzione giusta e che i risultati ottenuti sono considerevoli. Adesso è importante non fermarsi e guardare sempre un passo avanti al futuro.

Stefano Domenicali: riconoscimenti e impegni istituzionali

Nel corso della sua carriera, Stefano Domenicali ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Un esempio di come il suo lavoro sia sempre stato visto e apprezzato. Nel 2002 è stato nominato Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Nel 2019 è stato insignito del titolo di Commendatore, mentre nel 2023 ha ricevuto il Collare d’Oro al Merito Sportivo del Coni e il titolo di Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Inoltre, Domenicali è membro del Consiglio di Amministrazione di Brunello Cucinelli S.p.A. e del Gruppo Ferretti, del Comitato Tecnico Scientifico di Hyperloop Italia e dell’International Advisory Board della Bologna Business School. La sua prospettiva è preziosa per molte realtà e l’interconnessione fra ambienti apparentemente diversi e competitivi, in verità, per il Ceo è un valore aggiunto.

“La F1 ha bisogno delle persone giuste, per crescere senza crollare. Vale per noi, per la Fia, per i team, per gli sponsor, per i media, per tutti. – dichiara – Fra i team non c’è un ricambio di personale da altri settori dello sport o da altre aziende. È un limite: significa che ci autogeneriamo in termini di competenze”. Un settore in cui persone diverse e con competenze differenti riescono a comunicare e ad arricchirsi è più forte e all’avanguardia. Il segreto è non avere paura di accogliere il cambiamento e di guardare alle nuove sfide come opportunità.

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