Edison Next: accanto alle imprese (e non solo) per la transizione ecologica

Un compagno di viaggio. È quello che Edison Next, nuova società del Gruppo Edison, vuole diventare per i propri clienti, ai quali si propone come partner facilitatore nel percorso di sostenibilità ambientale. Ce lo racconta il suo Ceo, Giovanni Brianza

In un mondo che procede sempre più spedito verso un’economia che sia davvero sostenibile, un’azienda attiva nel settore energetico come Edison non poteva certo stare a guardare. Così nel maggio scorso è nata Edison Next, nuova società del Gruppo che ha come missione quella di accompagnare clienti e territori nel percor­so della transizione ecologica e della decar­bonizzazione. Per guidarla nel ruolo di Ceo è stato scelto Giovanni Brianza che spiega: «Il business model di Edison Next si fonda su tre elementi chiave: i nostri clienti, che sono la componente principale; i prodotti e servizi per l’ottimizzazione dei consumi e la decarbonizzazione in cui tecnologia e digitale giocano un ruolo decisivo; la delivery, ovvero le persone che lavorano sul territo­rio, nelle aziende, nelle scuole, negli ospe­dali e fanno funzionare i nostri impianti. Siamo presenti in Italia, Spagna e Polonia, in oltre 65 siti industriali, 2.100 strutture pubbliche e private e 280 città, con oltre 3.500 persone».

Nel concreto, come lavorate?Ci proponiamo come partner di lungo pe­riodo, grazie a una piattaforma di servizi, tecnologie e competenze unica sul merca­to, che comprende soluzioni come l’auto­produzione sostenibile, l’efficienza ener­getica, i green gas, la mobilità sostenibile, la rigenerazione urbana e le smart city, l’e­conomia circolare e la consulenza energeti­ca ed ambientale. Per garantire una transi­zione che sia sostenibile sotto tutti i punti di vista, anche quello sociale ed economi­co, agiamo su due fronti: da un lato ridu­cendo i consumi e il contributo emissivo del tessuto industriale, delle aziende e del­le pubbliche amministrazioni, dall’altro ne garantiamo la competitività sui mercati di riferimento.

Questo tipo di attività non era estra­nea al gruppo in precedenza, perché creare una società dedicata proprio adesso?Abbiamo deciso di lanciare sul merca­to Edison Next in un momento importan­te. L’Europa ha dato un indirizzo di politi­ca industriale che ha fatto sì che il mercato si muovesse: da qui al 2030, per raggiun­gere gli obiettivi di decarbonizzazione fis­sati dalla Comunità Europea, sono previsti circa 60 miliardi di euro di investimenti sul mercato Italia, con una crescita media an­nua del 20%. Il settore industriale rappre­senta circa il 50% degli investimenti com­plessivi, mentre il restante 50% è suddiviso equamente tra terziario e pubblica ammi­nistrazione. La decarbonizzazione, quin­di, è diventata un’esigenza di breve ter­mine, soprattutto nel contesto dalla crisi energetica innescata dallo scenario geopo­litico in atto. Per raggiungere questo obiet­tivo, aziende e pubbliche amministrazioni hanno bisogno di partner solidi che possano portare le competenze e la capacità di investimento necessarie per progettare e realizzare roadmap di soluzioni per la riduzione dei consumi e delle emissioni, ma anche per aiutarli a rimanere competitivi sui mercati di riferimento. Edison Next è pronta ad affiancare i propri clienti in questo percorso difficile ma necessario, con un piano che prevede 2 miliardi e mezzo di euro di investimenti da qui al 2030.

Cosa significa accompagnare le aziende nella transizione ecologica e nella decarbonizzazione?La transizione energetica ha un costo, quindi accompagnare le aziende nel loro percorso significa aiutarle da una parte a ridurre emissioni e consumi, dall’altra a rimanere competitive sui propri mercati di riferimento. Per questo sviluppiamo percorsi che uniscono obiettivi di efficientamento energetico, di sostenibilità ambientale e di riduzione della carbon footprint e che, nello stesso tempo, tutelano risultato e performance, mantenendo competitive e sostenibili le scelte nel corso del tempo. Un esempio di come si articola un piano in cui la trasformazione energetica si intreccia con la trasformazione industriale è il caso Michelin Italia con cui stiamo lavorando nell’ambito dello stabilimento di Cuneo, il più grande sito produttivo in Europa occidentale del gruppo. L’intervento che stiamo progettando insieme a Michelin consentirà di coprire il 97% del fabbisogno energetico dello stabilimento grazie alla realizzazione di impianti per la produzione di energia a basso impatto ambientale e da fonti rinnovabili.

Per quella che è la vostra esperienza, le imprese italiane hanno compreso quanto sia fondamentale e urgente questo cambiamento?Nel mondo industriale c’è un grande focus sul percorso di decarbonizzazione e una forte consapevolezza del fatto che sia ormai un’esigenza di breve termine: aziende che fanno parte di filiere internazionali rischiano di uscirne se non danno inizio a questa trasformazione e, se guardiamo ai cosiddetti settori hard to abate, si stima che dovranno sostenere costi di CO2 al 2030 pari al 20-25% del MOL. C’è un cambio di paradigma e di approccio: oggi sono le figure apicali a prendere decisioni sui temi della transizione energetica e quella che era una vendita transazionale si è trasformata in un rapporto di fiducia che dispiega i suoi effetti nel tempo. Le aziende non cercano più dei semplici fornitori ma dei partner solidi, dal punto di vista delle competenze e della capacità finanziarie, in grado di accompagnarli verso i loro obiettivi di decarbonizzazione condividendo una visione sulla competitività delle tecnologie che verranno messe in campo nei prossimi anni.

Edison Next non si rivolge, però, solo ai privati. Come funziona l’affiancamento alla PA?Grazie ai Piani di Recovery approvati dalla Commissione Europea, le pubbliche amministrazioni sono passate da una visione di breve termine, che spesso coincideva con le scadenze elettorali e rendeva molto difficile al pubblico e al privato collaborare per realizzare progetti di ampio respiro, alla necessità di essere accompagnate in progettualità di lungo termine, per le quali è fondamentale la vicinanza al territorio. Aiutiamo le città a evolvere con servizi di rigenerazione urbana e progetti di smart city, facendo leva sui nostri servizi in grado di abilitare questi obiettivi. Il teleriscaldamento, ad esempio, che con l’utilizzo di pompe di calore, biomassa da filiera corta, gas verdi, sta evolvendo in ottica sostenibile. L’illuminazione pubblica, che rappresenta l’infrastruttura più capillarmente diffusa sul territorio, è un altro “tassello” chiave e sta cambiando pelle: da semplice corpo illuminante ad “antenna” smart anche per altri servizi, come la ricarica per i veicoli elettrici, la sicurezza, il monitoraggio ambientale. Mettiamo a disposizione delle amministrazioni piattaforme digitali per il controllo e monitoraggio della città e tutti quei servizi che migliorano la qualità della vita e la sicurezza dei cittadini, come i sistemi di gestione del traffico, di smart parking e gli attraversamenti pedonali intelligenti. Ricorriamo al Partenariato Pubblico Privato, strumento chiave e di importanza strategica in quanto in grado di rafforzare il rapporto tra pubblico e privato e di agire da volano, amplificando la potenzialità del Pnrr proprio grazie al binomio fondi pubblici e fondi privati.

Biometano e idrogeno sono fonti energetiche che hanno un ruolo rilevante nel vostro piano di sviluppo da qui al 2030, ma di cui di solito si parla relativamente poco, perché?In realtà, biometano e idrogeno rappresentano due vettori energetici chiave nella strategia di decarbonizzazione europea. Nel piano Repower EU approvato lo scorso maggio i green gas vengono confermati elementi strategici per sostituire i combustibili fossili nel settore industriale e in quello dei trasporti pesanti: è stato, infatti, raddoppiato il target per l’idrogeno rinnovabile – 20 milioni di tonnellate al 2030, la metà di produzione domestica l’altra metà dalle importazioni – mentre sul biometano l’obiettivo è di aumentare la produzione a 35 miliardi di metri cubi entro il 2030. Questi due vettori energetici consentiranno la decarbonizzazione di industria e mobilità: in particolare l’idrogeno avrà un ruolo importante rispetto ai settori cosiddetti hard to abate, responsabili di quasi il 64% delle emissioni del mondo industriale, ai trasporti pesanti di lungo raggio e al mondo ferroviario non elettrificato; il biometano sosterrà anch’esso industria e trasporti pesanti nel loro percorso di transizione energetica ed ecologica, consentendo nello stesso tempo di valorizzare quelli che vengono definiti “scarti”, trasformandoli in fonte di energia e fertilizzanti per l’agricoltura. Si tratta, in sostanza, di due vettori energetici chiave e sinergici al core business di Edison. Per questo motivo stiamo portando avanti progetti integrati lungo tutta la catena del valore per la loro produzione e utilizzo a beneficio di tutti gli usi finali: dalla generazione elettrica, all’industria e alla mobilità sostenibile.

Intervista pubblicata su Business People di settembre 2022

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