Energia su misura

Di aziende e privati. È il dictat di Axpo Italia, che celebra i suoi primi vent’anni e fa da apripista a innovative soluzioni per incrementare le fonti rinnovabili senza gravare sulla collettività. Intervista all’amministratore delegato, convinto fautore della sostenibilità come motore della ripresa economica del Paese

Si respira una rinnovata energia in Axpo Italia, e non poteva essere altrimenti nella subsidiary del gruppo svizzero che dal 1914 produce e fornisce energia a oltre 3 milioni di persone e a migliaia di imprese in 30 Paesi europei e negli Usa. È l’energia dei suoi primi vent’anni di attività nella Penisola, che festeggia proprio in queste settimane. Quella di un fatturato 2020 in crescita malgrado il trauma del lockdown, dopo un 2019 da record. L’energia che pervade la nuovissima e panoramica sede inaugurata in centro a Genova, negli ex spazi della Rinascente. Quella di aver completato lo scorso ottobre con il lancio di Pulsee, l’energy company retail che adotta servizi sharing, del fintech e soluzioni green nell’offerta al consumatore finale, un processo evolutivo che l’ha fatta uscire allo scoperto dal proprio ambito BtoB e salire sul competitivo “ring” dei gestori consumer. Ed è l’energia del suo amministratore delegato, Simone Demarchi, entrato in Axpo esattamente 20 anni fa appena laureato in ingegneria, che insiste e persiste nell’indicare la sostenibilità come elemento imprescindibile per rimettere in sesto la nostra economia, andando alla ricerca di soluzioni inedite e non invasive per il contribuente italiano. Come i PPA (Power Purchase Agreements), ovvero i contratti a lungo termine per la fornitura di energia alle imprese proveniente da fonti rinnovabili, che consentono la costruzione di impianti eolici e solari senza sussidi statali. Un settore a livello internazionale in rapida espansione, del quale Axpo è apripista in Europa, e seconda solo a Google. Dalla necessità di avere uno Stato meno “intrusivo” sui mercati all’esigenza di superare il gender gap anche nel settore energetico, ecco il punto di vista che si gode sul Paese dal vertice della divisione italiana diventata di fatto la più performante tra quelle della multinazionale svizzera.

Prima di tutto mi preme chiederle una cosa: cosa è successo nel 2019 in Axpo Italia che ha prodotto il miglior risultato della sua storia? Mi riferisco al +70% di fatturato, pari a 2,3 miliardi di euro, e a un margine operativo lordo a +108%, di circa 84 milioni di euro. Come subsidiary di un grande gruppo svizzero siamo attivi su tutta la value chain del business energia, sia gas che power. Lo scorso anno si è verificata una sorta di congiunzione astrale favorevole per cui tutte e quattro le principali linee di business – ovvero la vendita retail, i grandi clienti, la gestione delle nostre centrali e il trading – hanno performato al massimo livello. In particolare, il nostro modo di fare trading, che è un’attività caratterizzante di Axpo, con gli investimenti affrontati nella selezione e nella formazione delle persone così come nei sistemi, ha fatto un balzo di qualità. Credo che Axpo sia in assoluto la società del settore più concentrata e focalizzata su questo filone. Ma anche gli altri ambiti si sono mossi bene.

Cosa prevedete per il 2020? Dopo una fase di incertezza a inizio anno, chiudiamo…

L’intervista continua sul numero di Business People ottobre

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