Elon Musk non piace all’Europa e nemmeno X pare essere di gradimento. Gli utenti lo stanno progressivamente abbandonando. Fra ottobre 2023 e marzo 2024, X, l’ex Twitter registrava in Italia una media mensile di 8.016.904 utenti attivi. Un anno dopo, secondo i dati del DSA Transparency Report, sono scesi a 7.824.833, pari a un calo del 2,4%. Rispetto al resto del continente non sono numeri così importanti, ma segnalano una tendenza comune a molti Stati.
A livello europeo, in sei mesi, il social network ha perso più di 11 milioni di utenti attivi mensili, scendendo da 111,4 a 100,4 milioni. In Francia, gli utenti sono diminuiti di 2,7 milioni; in Polonia di circa 1,8 milioni; in Germania di 1,3.
Perché l’Europa condanna X e gli fa perdere utenti
La questione è politica. All’Europa non piace X o, meglio, gli estremismi ideologici di Elon Musk che strizzano occhiolino alle forze sovranità e di estrema destra. Nel nostro Paese, l’anno scorso, si sono visti molti più discorsi di incitamento all’odio sulla piattaforma. A denunciarlo è stata l’VIII edizione della Mappa dell’Intolleranza, realizzata da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti, a cui collabora l’Università Statale di Milano e che è stata pubblicata il 7 marzo 2025.
Il 57% dei tweet analizzati conteneva messaggi d’odio, con le donne come categoria più bersagliata (nel 50% dei casi). Anche gli ebrei, con una percentuale del 27%, sono presi di mira, seguiti dagli stranieri (11%), musulmani (5%), persone con disabilità (4%) e la comunità Lgbtq+ (3%).
Non a caso, a novembre 2024, l’Internationales Auschwitz Komitee, organizzazione fondata nel 1952 a Vienna da sopravvissuti del campo di concentramento di Auschwitz, ha annunciato il proprio ritiro da X. A non essere più tollerabile è l’antisemitismo il clima di odio che si respira scrollando la timeline della piattaforma. Secondo il vicepresidente esecutivo, Christoph Heubner, l’ex Twitter è diventato una “macchina di comunicazione” in cui la violenza verbale e la disinformazione sono all’ordine del giorno. Pure istituzioni come la Haus der Wannsee-Konferenz e il Jüdisches Museum München hanno aderito all’iniziativa.
Intanto, la Commissione europea continua a indagare su X. Si tratta di un procedimento formale, in atto da fine 2023, che sta analizzando il quadro e cercando eventuali violazioni del Digital Services Act. Nel mirino ci sono soprattuto la gestione dei contenuti illegali e la scarsa trasparenza sugli algoritmi.
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