Stefanel, la crisi continua: 52 esuberi nella sede di Ponte di Piave

Il marchio trevigiano ora punta sul trasferimento a Milano di alcune funzioni, un nuovo concept per i punti vendita e un approccio al cliente digitale

Ancora brutte notizie in casa Stefanel. L’azienda veneta ha annunciato alle organizzazioni sindacali che il 63% del personale impiegato nella sede centrale di Ponte di Piave (Treviso) è in esubero: 52 lavoratori su 76 rischiano il posto di lavoro o il trasferimento a Milano (sei l’hanno già accettato). Nel frattempo, l’orario di lavoro è già stato ridotto: i dipendenti lavorano su turni di sei ore e osservano un giorno alla settimana di cassa integrazione straordinaria (Cigs). In attesa dell’incontro con il ministro per lo Sviluppo economico fissato per il prossimo 1 febbraio a Roma, lo staff ha dato mandato alle rappresentanze sindacali unitarie di amministrare un pacchetto di 20 ore di sciopero. Nei giorni scorsi Stefanel aveva già informato i sindacati di aver messo a punto un piano di riorganizzazione che prevede l’adozione della Cigs per 244 addetti su un totale di 253 dipendenti in Italia.

Del resto, lo storico marchio della moda trevigiano annaspa già da qualche anno. Nel 2017, il titolo Stefanel ha perso il 60,7% e l’ingresso dei fondi di investimento Oxy Capital e Attestor a settembre non è servito a migliorare la situazione, tanto che a metà dicembre l’azienda ha chiesto di essere ammessa al concordato preventivo, concesso dal tribunale per 120 giorni. Ora però i vertici hanno deciso di puntare sul piano di rilancio, con un nuovo concept per i punti vendita, un’evoluzione digitale dell’approccio al cliente e il trasferimento a Milano di alcune funzioni.

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