Shopping, nell’abbigliamento la spesa degli italiani supera i 60 miliardi

Tre italiani su quattro amano fare acquisti e coprono più di un quinto della spesa complessiva europea. Quali sono gli articoli preferiti? E quali i criteri di scelta? Lo rivela lo studio del settimo Global Lifestyle Monitor 2012

Diciotto capi intimi, 16 calzini, 14 T-shirt. 12 reggiseni, 10 maglioni, 7 paia di jeans, 6 abiti e altrettante gonne, e 5 pigiami. Ecco da che cosa è composto, in media, il guardaroba tipo degli italiani. Tre su quattro amano fare shopping nel tessile, in particolare se si tratta di abbigliamento (34%) e di calzature (23%). Dimostrano invece una minore propensione per quanto riguarda l’acquisto della biancheria della casa (7%). Sono alcuni dei risultati che emergono dal settimo Global Lifestyle Monitor 2012, osservatorio che ogni due anni indaga le tendenze nel tessile e le preferenze di consumo e acquisto in Europa e in Italia.

I luoghi (reali e virtuali) preferiti per lo shopping. Nel 2011 la spesa per l’abbigliamento degli italiani ha raggiunto i 79 miliardi di dollari (circa 62 miliardi di euro), a fronte dei 420 miliardi di dollari a livello europeo (circa 335 miliardi di euro). Gli italiani preferiscono ancora comprare capi nei negozi indipendenti (25%) e specializzati (19%), ma meno che in passato (nel 2010 lo store era infatti il luogo privilegiato per il 37% dei clienti). Aumentano, inoltre, gli acquisti all’interno di catene (14% contro il 2% del 2010). Nella Penisola è ancora poco diffuso l’acquisto online: il 26% degli italiani compra abbigliamento su Internet (percentuale che sale al 36% negli under 35), e l’11% acquista tessile casa sul Web. Differentemente, in altri Paesi europei come il Regno Unito, 9 consumatori su 10 fanno shopping di abiti sul Web; il 50% almeno una volta al mese e direttamente dal sito del brand o del retailer da cui intendono acquistare. In Italia, invece, il 10% degli intervistati passa in prevalenza dai motori di ricerca, come Google e Yahoo!, e solo l’8% si affida all’e-commerce.

I fattori di acquisto principali. Ci sono, tuttavia, alcuni tratti che accomunano l’Italia ad altri Paesi del Vecchio Continente, ed è l’attenzione per la qualità e le fibre naturali accanto al prezzo dei capi. Un elemento, quest’ultimo, molto rilevante soprattutto in concomitanza con la crisi economica: ne è prova l’aumentato ricorso ai saldi, a cui fa la “caccia” l’87% del popolo tricolore (rispetto al 79% nel 2010), almeno qualche volta. Considerato, oltretutto, che il budget disponibile per gli acquisti di abbigliamento è calato per il 60% delle persone.Tra gli aspetti che condizionano l’acquisto è prioritaria la considerazione per un articolo “ben fatto”, curato nel finissage (36%), realizzato con fibre resistenti (35%) e in grado di durare nel tempo (26%); lo “stile”, invece, viene indicato solo nel 13% dei casi come elemento di qualità. Sinonimo di quest’ultima è ritenuta anche la presenza di filati naturali, specie il cotone: il 74% degli italiani preferisce indossare capi che lo contengano, e il 65% lo ritiene anche la fibra naturale più adatta alla moda attuale. Ad ogni modo, il 94% dei consumatori italiani controlla l’etichetta almeno qualche volta prima di acquistare un capo, soffermandosi sulla composizione dei tessuti. Nella scelta di un articolo tessile, invece, il brand incide solo per il 37% degli intervistati.

Denim, mon amour. Nel guardaroba degli italiani abbondano i capi realizzati con questo tessuto particolare e resistente, in filato di cotone e dall’ordito di colore blu: a parte, ovviamente, i jeans (46%), non mancano camicie (16%) e pantaloncini (13%), ma nemmeno gonne (10%), giacche (9%) e vestiti (5%).La ricerca, che è stata curata da Ipsos per conto dell’organizzazione Cotton Council International (CCI), è stata presentata da Kevin Latner, executive director CCI, e ha offerto l’occasione per annunciare una nuova partnership sancita tra Cotton Usa, marchio registrato a livello internazionale, lanciato da CCI nel 1989, e Italdenim, storica azienda milanese specializzata dal 1974 nella lavorazione di questo tessuto. L’accordo riguarda la produzione di Lifedenim, un nuovo denim tutto made in Italy, ma con elevata percentuale di cotone americano, realizzato con una specifica tecnologia attualmente in corso di brevetto presso lo stabilimento Italdenim di Inveruno, con attenzione per l’ambiente e la riduzione degli sprechi.Come sottolineato nella presentazione da Latner, negli Usa per ogni balla di cotone americano prodotta (dal peso di circa 218 kg, utilizzabile per produrre, per esempio, 215 paia di jeans, 249 lenzuola e 690 asciugamani in spugna) 3 dollari vengono investiti in ricerca e innovazione, specie per quanto riguarda i metodi ecologici e il risparmio energetico.

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