Salone del Mobile 2012: Tra carichi emotivi e necessità etiche

Confrontarsi con elementi che prima non erano priorità per i designer, la nuova sfida per l’architetto Emilio Nanni

«“Fiutare” a istinto la contemporaneità è un elemento essenziale del fare design, compreso il carico emotivo che si coglie cercando di controllare positività e “tragedia” del tempo storico nel quale si è immersi», spiega l’architetto Emilio Nanni, che conferma la sua collaborazione con il marchio Billiani 1911. Oltre alle collezioni di sedute per l’azienda friulana e per Cattelan Italia, Nanni ha disegnato anche vasi, sgabelli e tavoli in ceramica Monolite ipergres per Laboratorio Pesaro (quest’ultimo brand presente al FuoriSalone).Aggiunge inoltre: «Oggi progettare significa confrontarsi con misure che prima non erano nelle priorità del lavoro del designer e che ora pesano anche sulla sua responsabilità morale. E che includono, tra gli altri, i parametri dell’eco-sostenibilità, del riciclo, dei materiali a minor impatto ambientale». Con quali conseguenze? «Un effetto collaterale è per esempio l’autoproduzione», commenta Nanni, «l’idea “archetipa” che ogni designer ha nel suo Dna; parlo di un serbatoio di idee e sperimentazioni che possono trovare sbocchi (Web, gallerie, fiere dedicate) in circuiti qualificati e altamente propositivi, ma anche possibile vetrina per interfacciarsi con la produzione classica».A proposito della tradizione, l’architetto commenta così il valore attuale del made in Italy: «Ancora ai nostri giorni si tratta di un asset di riferimento imprescindibile per molti mercati, specie quelli in forte crescita come India, Cina, Russia… Ma dietro la facciata scintillante di questa bandiera esiste un rovescio della medaglia sostanzialmente in difficoltà e il claim non rappresenta più compiutamente quanto ancora desideri comunicare. Piano piano si è smantellata la filiera produttiva che ha caratterizzato e reso unico un sistema che contraddistingueva la capacità italiana di fare eccellenza. Intuizione, genialità, innovazione, design e maestria sono ancora i plus che ci riconoscono e che ne fanno ancora un assoluto primato».Infine, un piccolo monito: «In questo momento di crisi, diventa assolutamente improrogabile che tutti i settori dell’industria manifatturiera siano sostenuti con efficacia da un sistema normativo sgravato da elementi farraginosi e miopie di programmazione, per ridare appieno competitività e tonicità ad un sistema ancora pieno di risorse per riorganizzare la filiera produttiva in Italia».

ARTICOLO PRINCIPALE: Il design è dialogo

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