Borse Tramontano: tutta questione di pelle

Personalizzazione e artigianalità. Sono le parole chiave che hanno reso queste borse un simbolo indiscusso di stile ed eleganza. Amatissimo anche dalle celebrity internazionali, da Woody Allen a Hillary Clinton

Un negozio di bottoni nel cuore di Napoli, in via Chiaia. Una famiglia di artigiani che si specializza nella sartoria e inizia a vestire i nobili di un’epoca, quella del 1865, nella quale sotto al Vesuvio si respirava ancora aria borbonica, nonostante i primi passi del Regno d’Italia. Qualche decennio più tardi, Napoli, in compagnia con Parigi, sarebbe diventata il faro della belle époque, un punto di riferimento internazionale per il made in Italy. Di questa ribalta territoriale la Tramontano è stata una protagonista indiscussa, simbolo dello stile ed eleganza napoletani.

La storia delle borse Tramontano

È agli inizi del ‘900 che, grazie alle capacità artigiane della famiglia, retaggio dell’antica tradizione partenopea della lavorazione delle pelli, prende il via la produzione di borse fatte a mano. I bottoni sono ormai un ricordo. «La personalizzazione portata all’estremo e l’hand made fanno parte del Dna dell’azienda», precisa l’amministratore delegato Carmine Scaramella. «Cuciture a mano, tessiture in cuoio, dettagli in ottone, in corno, in bambù e incastonati in pietre preziose: tutti gli elementi sono disegnati per soddisfare la clientela più esigente. L’esclusività del prodotto è tale che ogni oggetto finisce per raccontare la storia di una vita, o di un’intera famiglia. Per noi l’usa e getta non esiste». L’unicità delle creazioni sono ben espresse dal logo aziendale, che riproduce due lamantini, mammiferi marini in via d’estinzione spesso impiegati nell’iconografia napoletana. Scaramella racconta di riparazioni richieste da ogni parte del mondo, con interventi border line su articoli praticamente inutilizzabili: «Il costo della sistemazione a volte supera di gran lunga quello di un nuovo acquisto, eppure i nostri clienti preferiscono riparare l’usato. Una persona ci spiegò, ad esempio, che aveva messo nelle nostre mani la borsa con la quale, a inizio carriera, era riuscita a strappare un contratto da 2 milioni di euro».

La famiglia Tramontano ha portato avanti per generazioni questo lavoro di finissimo artigianato, preservandone con dedizione i principi originari, fino all’avvento, negli anni ‘60, delle creazioni innovative di Aldo Tramontano. «Un grandissimo artista, che ha rilanciato l’impresa conferendole un nuovo gusto, più moderno, e l’impronta di tendenza che ha tutt’oggi», commenta Scaramella. Negli stessi anni il cinema italiano, al suo apogeo, ha contribuito a far conoscere l’azienda in tutto il mondo, anche grazie all’attenzione di figure come Marcello Mastroianni e Alberto Sordi, che hanno visto nel marchio la sintesi della più alta tradizione napoletana. «Il nostro punto vendita era ed è ancora un vero e proprio salotto, un atelier della borsa, che al tempo fungeva da luogo d’incontro per attori e registi», spiega l’a.d., che aggiunge: «Oggi siamo diventati un punto di riferimento anche all’estero, in particolare per Stati Uniti e Giappone, che cerca artigianalità e rigore produttivo portato all’estremo».

Le borse made in Italy amate dalle star

Di un fatturato che ha raggiunto i 5 milioni di euro, infatti, oggi l’export rappresenta circa il 50%. Anche se negli anni ‘60 la famiglia ha ceduto il marchio, la Maison è ancora qualificata dalla stessa passione per l’artigianato delle origini, dallo stesso slancio artistico favorito da Aldo Tramontano e, soprattutto, da maestranze ormai trentennali: tra i dipendenti, di numero variabile dalle 15 alle 30 unità, uno in particolare ha iniziato da ragazzino come garzone e fa tuttora parte della squadra. Nel tempo l’impresa ha allacciato rapporti di fiducia con personaggi famosi in tutto il mondo. «L’icona che ormai ci rappresenta è Woody Allen che esce dal nostro negozio dopo l’acquisto di una custodia personalizzata, elaborata in poche ore, per il proprio clarinetto», racconta orgogliosamente Scaramella. «Ma abbiamo lavorato anche con e per Lucio Dalla, realizzando una borsa portadocumenti che ha preso il suo nome, abbiamo prodotto tracolle e custodie per Lou Reed e Laurie Anderson, un borsone diligenza per Luciano Pavarotti, una 48 ore per Mastroianni e una handbag per Hillary Clinton. Da quest’ultima abbiamo persino ricevuto una lettera commossa e colma di gratitudine. Ci capita spesso di trovare nella casella della posta veri e propri messaggi d’amore di clienti che si sono invaghiti dei prodotti acquistati».

Borse Tramontano: il legame con l’arte

La collaborazione con clienti di rilievo esalta il legame tra il lavoro dell’azienda e il mondo dell’arte. Da fotografi di grande fama come Lauren Greenfield e Fabrizio Ferri a pittori, scultori e incisori della levatura di Domenico Palladino, le relazioni avviate in tempi recenti non smentiscono il percorso tracciato nei decenni dalla Tramontano, col suo patrimonio creativo di circa 500 cartamodelli pronti all’esposizione. «Oggi la Maison volge lo sguardo agli esponenti più quotati della Street Art napoletana», conclude l’a.d.. «Anche in questa produzione artistica si possono individuare connessioni interessanti con l’artigianato della borsa maschile e femminile, che è per eccellenza un accessorio da vivere nelle strade della propria città. Dal contemporaneo d’élite allo sperimentale di lusso: questa la nuova frontiera che ci proponiamo di attraversare in futuro, con la cura per i dettagli che da sempre ci contraddistingue».

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