A colloquio con… Andrea Lardini

In attesa della 84esima edizione di Pitti Immagine Uomo, la nostra intervista al presidente gruppo Lardini

Il valore del sacrificio, il senso del dovere, l’agire in modo trasparente. Sono gli insegnamenti che Andrea Lardini ha ricevuto fin da piccolo dal nonno Nazareno, e di cui ha fatto tesoro. Tra tutti: «Non nascondere mai nulla, altrimenti poi finisci per scordartene, e quando meno te l’aspetti ti casca addosso».

In apparenza i suoi studi si sono basati su materie ben lontane dal mondo glamour della moda. «Sono perito informatico, all’università ho studiato Ingegneria elettronica… A prima vista tutto l’opposto di ciò che è la sartorialità, l’innovazione, lo stile». E invece… «Per quanto riguarda l’organizzazione aziendale, la mia formazione mi ha aiutato tantissimo e tutt’oggi mi risulta molto utile. Sul versante della creatività, invece, intervengono maggiormente i miei fratelli (Luigi, Lorena e Annarita, ndr). Ci completiamo l’un con l’altro». E, infatti, per il gruppo di Filottrano (An), specializzato in abbigliamento maschile – che lo scorso febbraio ha debuttato anche nel segmento femminile con una collezione donna per l’AI 2013/2014 – il segreto del successo risiede nella cura artigianale e nelle capacità delle maestranze – 294 interne all’azienda e 600 attive nei laboratori dell’indotto, «tutte persone che lavorano con grande abilità ed entusiasmo. Infatti, malgrado la crisi, non abbiamo mai licenziato» – ma anche nel rigore della produzione e in un severo controllo della qualità. Tanto che, pur nelle difficoltà del comparto, l’azienda marchigiana, che esporta il 55% della produzione, ha aumentato il suo giro d’affari, passando dai 53 milioni di euro del 2011 ai 55 milioni del 2012, e prevede di chiudere il 2013 a quota 60 milioni. La storia dell’impresa nel mondo del menswear inizia in tempi relativamente recenti, nel 1978. «Mi ricordo quando partivo da casa con un furgone Ford Transit per andare a chiudere contratti. All’epoca le condizioni economiche erano molto diverse per un imprenditore partito da zero».

Del mondo attuale, iperconnesso e frenetico, Andrea Lardini, che ha una moto fuoristrada KTM Freeride 350 e una Triumph Bonneville da passeggio, condivide i ritmi dinamici: «A 56 anni ho ancora l’adrenalina addosso». Anche sulle quattro ruote ama andare veloce: «Sono un appassionato di Audi, guido una familiare Allroad, comoda anche per Oliver, un bracco Weimaraner di tre anni, che salta dappertutto». Del modo di vivere «dove tutto deve essere just in time» critica però l’eccessiva ansia e la progressiva perdita del contatto umano. «Continuo a ripetere anche ai miei fratelli e ai collaboratori che guardarsi negli occhi è più efficace che scrivere e ricevere email».

Quando il carico di stress e responsabilità diventa un fardello troppo pesante, «me ne vado a pesca, ho una barca americana d’altura». Il mare, insieme alla moglie a cui è sposato da 30 anni, e ai figli di 30 e 16 anni, rappresenta un grande amore. «Quando all’alba vedo il sole che sorge dall’acqua provo sensazioni impagabili. Non è forse anche quella una forma di lusso?». La riviera del Conero, ma anche le coste della Croazia, sono i suoi posti d’elezione. E poi c’è la passione per la cucina: «Mi piace preparare soprattutto pesce, primi piatti e paella». Non senza un buon vino sulla tavola, naturalmente. «Ho intenzione di acquistare delle grotte caratteristiche vicino a casa, per poter fare una bella cantina dove trascorrere serate rilassanti in compagnia. Momenti da condividere con pochi intimi, ma fidati: quelli con cui si può parlare di tutto, dal lavoro al privato».

ASPETTANDO L’ESTATE 2014

CAPO IN

TESSUTO IN

COLORE IN

ACCESSORIO IN

Giacca decostruita sfoderata, che però resta elegante. La new entry? La giacca in yuta trattata

Tipologie e armatura possono appartenere a qualsiasi genere, ma devono sempre presentare una ricercata forma di trattamento

Tinte calde e decise: turchese, verde, arancio, ocra. Più tenui per le giacche. Per l’abito blu, grigio, beige con tocchi più solari per il giorno

Catene,portachiavi, pochette con ricamo – il nostro fiore di melton – madreperla e osso. New entry, la pelle

CAPO OUT

TESSUTO OUT

COLORE OUT

ACCESSORIO OUT

Giacca troppo formale e non abbondante nelle proporzioni. Insomma, deve vestire, non coprire

Quelli su cui non si può realizzare nessun tipo di trattamento…

Quelli dall’aspetto invernale/autunnale. Per intenderci: no ai “sottobosco” marrone, verde e giallo

In fase di spaventoso declino la sciarpa

© Riproduzione riservata