Signore e signori d’Italia, esiste ancora il galateo?

Gabriella Turnaturi ripercorre la storia del bon ton lungo gli ultimi 150 anni della nostra storia. Perché è l’ora che qualcosa torni a regolare il nostro comportamento impazzito, perché si torni finalmente alle buone maniere

Esiste ancora il galateo? Le buone maniere, tanto care alle nostre nonne e bisnonne, possono trovare ancora spazio nella società di oggi, sempre meno formale e più friendly? C’è ancora speranza che il bon ton, così spesso messo da parte, torni a regolare i nostri comportamenti impazziti. In una società nella quale giovanotti in forza non ci pensano neanche a lasciar il posto a sedere ad anziane signore, nella quale i bambini sono lasciati liberi di disturbare i vicini come meglio credono e agli incroci gli automobilisti fanno a gara a chi peggio apostrofa l’altro, può essere il galateo a salvarci? Ristabilire quello che si deve e non si deve fare? Per rispondere a queste domande sicuramente sarà utile leggere «Signore e Signori d’Italia. Una storia delle buone materie», l’interessante excursus nella storia dell’italico bon ton condotto dalla sociologa Gabriella Turnaturi. Un volume, questo edito da Feltrinelli, di piacevolissima lettura che ripercorre lungo centocinquant’anni la storia della società italiana attraverso i galatei. Analizza i trattati di buone maniere e i manuali di bon ton che si sono alternati nel corso del tempo, per scoprire, attraverso le regole e divieti che ciascuno racchiudeva, le mentalità, gli usi prevalenti e i mutamenti del costume. Citando i ben noti interventi di Donna Clara, Donna Letizia, della ineffabile Irene Brin (degli anni Trenta-Quaranta) fino alle gustosissime prese di posizione della caustica Lina Sotis. Perchè i galatei non nascondono nulla. E oggi, più che mai, andrebbero rispolverati …

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