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Lifestyle

PJ Harvey ritrova la via

Nuovo disco della cantautrice inglese

E’ piccola ma ha le spalle larghe. Polly Jean Harvey, 41 anni, è sopravvissuta a quasi due decenni di carriera, a tonnellate di paragoni, classificazioni, tentativi di emulazione. È qui, è tornata. Il suo nuovo Let England Shake, il settimo della discografia (contando quelli solo a suo nome) ce la riconsegna in eccellente forma, dopo qualche passo falso (Uh Uh Her del 2004, ad esempio) e, soprattutto, con le idee molto chiare. Nel nuovo disco, registrato interamente in una chiesa, “prende di mira” la sua Inghilterra e racconta di drammi quotidiani come la guerra. Rimane, del suo passato — e ci mancherebbe — la voce inconfondibile (sopravvissuta anch’essa a paragoni che schianterebbero chiunque come quello con Patti Smith), e qua e là qualche residuo di tormento, ma sembra esserci molto distacco (nell’accezione migliore) e una serenità quasi inedita. Per farla breve, il disco è la sua cosa migliore dai tempi di Stories From The City, Stories From The Sea che usciva la bellezza di 11 anni fa. Sembrava essersi smarrita Polly Jean e il pur interessante White Chalk del 2007 non ci aveva per nulla rassicurato. Oggi invece ne ritroviamo la verve e la capacità seduttiva non comune seppure in una forma nuova. Ma non per questo non affascinante. È curioso che il disco (ricordiamone i collaboratori: John Parish, Mick Harvey e Jean-Marc Butty, e il producer Flood) esca in un periodo in cui fioccano — quasi come per una nemesi — sue potenziali eredi, tra cui Anna Calvi (inglese di origine italiana) e Jo Hamilton. Come spesso accade è meglio comunque affidarsi all’originale, e magari andare a riscoprire suoi antichi gioielli discografici come Rid of Me del 1993 e To Bring You My Love del 1995.