Una volta tanto, i musei d’arte contemporanea italiani fanno sistema, per produrre la prima consistente retrospettiva di uno degli artisti italiani del secondo Novecento più noti a livello internazionale, ma finora poco presentato in Italia: Ettore Spalletti. Pescarese, classe 1940 e attivo dalla metà degli anni Settanta, Spalletti è maestro della luce e del colore, di cui esplora le componenti tattili muovendosi tra pittura, scultura e installazioni ambientali: una ricerca personalissima solo in parte riconducibile all’ambito minimalista. La sua arte senza tempo, in cui Piero della Francesca si affianca a Giorgio Morandi e a Robert Morris, conquista simultaneamente gli spazi del Maxxi di Roma (fino al 14 settembre), che si concentra sulle grandi installazioni ambientali; della Gam di Torino (fino al 15 giugno), che ricostruisce lo studio dell’artista; e del Madre di Napoli (fino al 18 agosto), che propone un articolato excursus storico. Eventi da non perdere, anche come opportunità per percorrere, da Nord a Sud, tre fiori all’occhiello del sistema museale italiano.
L’AUTORE. ETTORE SPALLETTI HA ESPOSTO NEI PRINCIPALI MUSEI DEL MONDO, SIA IN MOSTRE COLLETTIVE SIA PERSONALI. OLTRE AD AVER RAPPRESENTATO L’ITALIA ALLA BIENNALE DI VENEZIA DEL 1997, L’ARTISTA HA PRESO PARTE AD ALTRE TRE EDIZIONI DELLA STESSA MANIFESTAZIONE, NEL 1982, NEL 1993 E NEL 1995, E A DUE EDIZIONI DELLA DOCUMENTA DI KASSEL, NEL 1982 E NEL 1993. SUE MOSTRE PERSONALI SONO STATE ALLESTITE PRESSO IL DE APPEL DI AMSTERDAM E IL PORTIKUS DI FRANCOFORTE (1989), IL MUSÉE D’ART MODERNE DE LA VILLE DE PARIS (1991), IL MUHKA DI ANVERSA (1995), IL MUSÉE DE STRASBOURG (1999), LA FUNDACION “LA CAIXA” DI MADRID (2000), VILLA MEDICI A ROMA (2006) E LA GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA DI ROMA (2010).
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