La Germania si gioca un all-in sulle elettriche, il Giappone punta molte fiche sulle ibride di terza generazione, la benzina tiene dappertutto le posizioni acquisite, soprattutto se si parla di dream car, e il gasolio batte in ritirata ovunque, dopo le sonore mazzate che gli hanno inflitto gli scandali planetari che hanno coinvolto i motori Diesel. Questa, in estrema sintesi, la radiografia delle novità a quattro ruote che allieteranno i nostri sogni e i nostri garage nel 2019. Ma prima di ogni altra considerazione, un’avvertenza: con i tempi di consegna che corrono i patiti delle cabriolet si devono spicciare se vogliono vivere l’estate da senza tetto, per esempio al volante di una sontuosa Bentley Continental. Le prime consegne sono previste in primavera e arrivare in ritardo sarebbe un vero peccato, anche se in realtà il riscaldamento dei sedili e un impianto specifico per il collo consentirebbero di stare a cielo aperto anche il prossimo inverno. La scocca della convertibile british, controllata dai tedeschi del Gruppo Volkswagen, ora è più leggera del 20% e più rigida del cinque, ma i numeri che fanno tremare il sangue nelle vene dei polsi degli appassionati sono ben altri, a partire dai 3,8 secondi che bastano per accelerare da zero a 100 all’ora e dal 12 cilindri a W, per arrivare ai 333 chilometri orari di velocità massima. Sì, proprio l’esatta metà del 666 che nel libro dell’Apocalisse indica la Bestia, ovvero il diavolo. Vedete voi: a qualcuno sembrerà diabolico il fatto che a godersela saranno davvero in pochi, ad altri invece il dato delle emissioni di CO2 fissato in 317 grammi al chilometro. Fatto sta che il consumo non è esattamente popolare ma neppure apocalittico dato che si attesta, in media, a quota otto con un litro.
Chi volesse spendere meno, attorno ai 100 mila euro, può invece accaparrarsi una Bmw Serie 8 Cabriolet, disponibile sia a gasolio sia a benzina. Anche lei è pronta a coccolare i ritardatari che si troveranno a guidarla sottozero con un sistema di ventilazione ad aria calda inserito negli appoggiatesta. Tra le infinite raffinatezze tecnologiche spiccano le ruote posteriori sterzanti e la motorizzazione più interessante è il V8 biturbo da 4,4 litri di cilindrata capace di erogare 530 cavalli. Il profumo di ottani inebria chi se ne intende come uno Chanel numero 5 e gli assistenti elettronici alla guida sono talmente tanti che l’elenco risulterebbe tedioso. Comunque, fidatevi: se ve ne viene in mente uno qualunque sappiate che su questa macchina c’è sicuramente…
Adesso chiudete gli occhi e preparatevi a sognare. Pensate a un motore da un cavallo che ha da portarsi a spasso meno di due chilogrammi di peso, moltiplicate il tutto per 720 ed ecco apparire tra le nebbie dei sogni lei, la Ferrari 488 Spider Pista. Per gli intenditori a giudicarla basta un dato: sul circuito di Fiorano ha fermato i cronometri sul tempo di un minuto, 21 secondi e 50 centesimi. Vi dice poco? Meglio, forse, i 2,85 secondi che la cavallina impiega per arrivare a 100 all’ora partendo da ferma. Ok, è arrivato il momento di riaprire gli occhi e tornare sulla Terra dopo aver sbirciato il prezzo della ferrarissima, che ha come linea di partenza 245.825 euro.
Meglio, forse, andarsi a cercare il profilo dell’ennesima variazione sul tema della Porsche 911 e della sua sagoma inconfondibile. Il suo 3 mila sei cilindri boxer turbo eroga 385 cavalli, ma ciò che più conta è essere seduti al volante di un’auto che ha contribuito a scrivere tutti i capitoli della storia moderna delle quattro ruote. Roba da intenditori, insomma, proprio come la Aston Martin Dbx, modello di punta della collezione estiva dell’atelier che ha sede a Gaydon, 446 abitanti, contea di Warwickshire, Inghilterra. È il primo Suv prodotto dalla Casa che metteva su ruote James Bond proprio come la Levante ha portato in casa Maserati la tipologia di vetture che oggi piace tanto alla gente che vorrebbe piacere. Il crossover griffato dal Tridente copre il 60% delle vendite del costruttore modenese, a segnare un successo che nel suo piccolo è clamoroso, e le cose potranno solo migliorare dato che per il 2019 è prevista l’entrata in scena di una nuova versione motorizzata V8. Più prët-à-payer rispetto al gioiello modenese, nel senso che a giugno esordirà la first edition da 44 mila euro destinata a far da tender ai più abbienti, è la Range Rover Evoque, dimostrazione ambulante della resilienza della scuola automobilistica inglese, anche se nel nostro mondo al contrario la proprietà appartiene al gruppo indiano Tata Motors.
Salutato l’impero britannico che fu, entriamo come coltelli nel burro in tutte le Ztl con un’ibrida che ha ben 435 cavalli che palpitano sotto al cofano. È la Mercedes Amg Gt 4, basata sulla piattaforma della Classe E, con un motore sei cilindri a benzina tre litri e un piccolo propulsore elettrico da 22 cavalli. La trazione è integrale e il cambio ha nove rapporti, ma qualche maligno a questo punto potrebbe obiettare che si tratta di un modello in cui la componente «verde» è un po’ smilza. E allora la Mercedes mette in campo la Eqc, questa sì elettrica dura e pura, con una dotazione di 408 cavalli e tanto di trazione integrale. Per la sua Crossover la Casa della stella a tre punte assicura un’autonomia di più di 450 chilometri, perfetto antidoto al terrore di restare a secco di watt che attanaglia molti potenziali acquirenti di modelli ecologici. Certo, l’ideale sarebbe vivere in Giappone dove nello scorso mese di aprile le colonnine di ricarica, tra private e pubbliche, hanno toccato quota 40 mila surclassando le 29 mila pompe tradizionali. Ma tant’è: in Italia la rete pubblica di ricarica è composta da circa 1.500 colonnine, poche perfino per la miseria delle 10 mila auto elettriche circolanti. Sarebbe ora di darsi una mossa, anche perché, secondo un recente studio pubblicato da Bloomberg New Energy Finance, entro il 2040 le vendite di auto elettriche nel mondo potrebbero raggiungere il traguardo dei 41 milioni.
Volete portarvi avanti? Ecco un altro Suv, stavolta targato Audi. Si tratta dell’e-tron, due motori per un totale di 408 cavalli, l’immancabile trazione sulle quattro ruote e una velocità massima (autolimitata) di 200 chilometri orari. L’autonomia è di 400 chilometri, l’ideale per chi ha un punto di ricarica nel box del villone e anche in quello della seconda casa. È il futuro, bellezze, rassegnatevi: gli ottani e la loro fragranza presto saranno solo un lontano ricordo. Magari, nel frattempo, fate un pensierino sul Gpl. Le porte delle Ztl sono spalancate anche per lui e in questo campo va forte pure la Fiat. In fondo il futuro si può raggiungere anche a piccoli passi…
Articolo pubblicato su Business People, numero gennaio-febbraio 2019
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