Gratificare i propri collaboratori con un fringe benefit da leccarsi i baffi e, allo stesso tempo, risparmiare fior di quattrini è il sogno di qualsiasi top manager. E farlo diventare realtà è molto facile: basta iscrivere i dipendenti a un corso di guida sicura, abbinando il divertimento a miglioramenti clamorosi del comportamento in strada. Un risultato che si traduce in una drastica discesa del tasso di incidenti che vanno a gravare, per esempio, sui costi delle assicurazioni e della manutenzione di una flotta aziendale.«I nostri sono a tutti gli effetti corsi di formazione», dice Carlo Rossi, ex pilota di Formula 2 che da quasi trent’anni organizza i Driving Camp, «e quindi possono essere rimborsati al 100% dai fondi interprofessionali cui aderiscono le aziende». La base di Rossi è l’autodromo di Monza, ma può organizzare lezioni (la durata parte da mezza giornata per arrivare a un week end) in tutti gli impianti italiani e stranieri. A seconda del corso scelto e degli esercizi, si guidano Volvo, Nissan, Porsche, Jaguar e Ariel Atom, le uniche monoposto con un secondo sedile per l’istruttore. E a chi a questo punto sentisse prudere il piede destro, Rossi manda a dire: «Da noi si punta sulla guida attiva, cioè sulla piena consapevolezza dei limiti propri e di quelli dell’automobile, imparando a individuare e prevenire anche gli errori degli altri utenti della strada».Niente aspiranti piloti, insomma. A ribadire il concetto è Siegfried Stohr, che dal 1982 gestisce la scuola GuidarePilotare, che utilizza come strumenti didattici vari modelli di casa Bmw. «Le aziende ci mandano i dipendenti per risparmiare sui danni alle vetture e, soprattutto, alle persone», sottolinea l’ex driver di Formula 1. Ovvero, passando al freddo lessico aziendale, si ottiene una drastica diminuzione dei sinistri, che mette il manico del coltello nelle mani del Fleet Manager quando arriva il momento di ridiscutere i contratti con la compagnia di assicurazioni, per non parlare della deduzione fiscale dei corsi.
Lasciamo le aride (ma assai concrete) considerazioni finanziarie e passiamo a quello che si apprende in un corso di guida. «L’automobilista impara a portare la macchina in modo fluido, corretto e sicuro», è la fulminante sintesi di Andrea de Adamich, un palmarès nelle corse da riempire un intero volume dell’enciclopedia, che dal 1991 lavora in collaborazione con Alfa Romeo all’interno dell’autodromo di Varano de’ Melegari, in provincia di Parma. Come dire che anche gli Alonso da bar, quelli che ancora oggi si ostinano a vantare record da casello a casello, si ritrovano a partire da zero, ovvero dalla posizione di guida. Alla scuola Asc di guida sicura di Quattroruote, basata nel circuito di Vairano di Vidigulfo (Pavia) e gemellata con Citroën, hanno perso il conto di quelli che credono che guidare in strada significhi gettare il sedile all’indietro e avere le braccia tese sul volante. «Scimmiottano Vettel e si mettono nei guai», conferma Marcello Tomaselli, direttore di Asc, «perché solo con lo schienale del sedile verticale, la giusta distanza del volante e le mani in posizione corretta si creano le condizioni per guidare bene». Sulla stessa lunghezza d’onda è Siegfried Stohr, che dice: «Una corretta posizione del corpo è indice del giusto approccio mentale, perché indica concentrazione e attenzione. Una posizione disinvolta, al contrario, indica sempre sottovalutazione dei possibili pericoli».Capito? Quasi tutti noi sbagliamo prima ancora di girare la chiave di accensione. «Per non parlare del dopo», chiosa Tomaselli, «basti pensare alle distrazioni di navigatore, smartphone e tecnologia varia che oggi sono un tema davvero caldo…». Questione di inesperienza? «Non sono esenti da errori neanche le persone che per lavoro percorrono decine di migliaia di chilometri all’anno», sottolinea Massimo Arduini, presidente di Amg Driving Academy. «Ecco perché lo scopo principale dei corsi è simulare in totale sicurezza ciò che potrebbe accadere in emergenza per strada: panic brake, scarto ostacolo, controsterzo per bassa aderenza. Da noi l’allievo diventa il miglior istruttore di se stesso…». Anche quando si tratta di risparmiare carburante: alla scuola di Quattroruote, per esempio, si possono seguire corsi specifici di eco-drive che, a loro volta, portano grandi vantaggi nella riduzione dei costi legati alle vetture aziendali. E se siete così importanti da aver bisogno delle guardie del corpo non ci sono problemi: sempre a Vairano di Vidigulfo c’è il corso che mira a fornire la completa padronanza del mezzo nella fase di guida veloce, rivolto in particolare a forze dell’ordine, scorte di sicurezza e autisti di veicoli blindati.Resta il problema del top management. Come premiare in modo congruo chi è abituato ad avere sempre e solo il massimo? Semplice: scegliendo la scuola più esclusiva di tutte, quella di Gleneagles, in Scozia, dove ha sede la Bocconi delle quattro ruote motrici. Il campo base, per rendere l’idea, è l’hotel che nel 2005 ha ospitato un G8. Qui si guidano delle Land Rover Discovery e delle Range Rover seguiti da un team di istruttori ultraprofessionale, che insegna a destreggiarsi tra canaloni, fossi, discese mozzafiato e creste. Spesso piove e i due percorsi di addestramento sono al limite della praticabilità, ma per chi indossa la giacca Barbour in dotazione agli ospiti non è un problema. Anzi, si tratta di un’ulteriore sfida da vincere per prepararsi a combattere, una volta tornati alla scrivania, la guerra del mercato…
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