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A qualcuno piace turco

Grazie a un progetto ben studiato e importanti investimenti, questo Paese a metà strada tra Europa e Asia negli ultimi anni si è proposto con successo come metà d’elezione per gli appassionati del green

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La Turchia come meta golfistica. A qualcuno potrà sembrare strano, qualcun altro potrà addirittura storcere il naso. E, invece, è proprio così.

Questa terra, punto di passaggio e di contatto tra Europa e Asia, si propone sempre di più come destinazione che anche i più esigenti giocatori e amanti della tradizione golfistica possono apprezzare e inserire con estrema tranquillità nei prossimi itinerari.

Non a caso i percorsi a disposizione portano la firma di alcuni tra i più prestigiosi designer e campioni a conferma che il progetto a sostegno dello sviluppo di questa regione (almeno dal punto di vista golfistico e turistico) sta puntando a risultati importanti, ragionati e destinati a consolidarsi nel tempo.

Vi proponiamo allora la costa turca del Mediterraneo come destinazione ideale per chi desidera trascorrere qualche giorno sul green e, al contempo, garantirsi anche momenti di turismo, cultura e conoscenza fuori dal campo.

Scoprire la Turchia

RAPIDISSIMA ASCESA Al centro del golfo di Antalya, Belek si sta affermando come nuovo punto di riferimento per chi sia alla ricerca di una location non troppo lontana, facile da raggiungere e in grado di raccogliere in un’area circoscritta un’offerta golfistica di notevole livello.

Vanta una quindicina di campi capaci di soddisfare i palati più sofisticati e, per accelerare i tempi nell’ottenere visibilità e crearsi un’immagine forte, si può certamente dire che “non hanno badato a spese”: da un paio d’anni, infatti, è sede degli eventi golfistici più ricchi.

Nel 2012 si è trattato di una gara tra alcuni dei più forti giocatori – compresi Tiger Woods e il recente vincitore dell’Open Championship Rory McIlroy – nel 2013 e dal 13 al 16 novembre prossimo del Turkish Airlines Open, con un montepremi di 7 milioni di dollari.

OLTRE IL GIOCO La collocazione di Belek, nel golfo di Antalya (centro da cui dista circa 40 km), si caratterizza per elementi naturali splendidi, come le lunghe spiagge e un contorno di pinete che appaga chi è alla ricerca di un contesto che consenta anche di godere di quanto la natura, al meglio delle sue possibilità, è in grado di offrire. Ma Turchia è anche sinonimo di civiltà antiche, storia e cultura che da sole valgono il viaggio.

E in un raggio percorribile facilmente in giornata, partendo da Belek è possibile raggiungere alcuni siti archeologici quali Side, Perge, Aspendos con il suo anfiteatro, Termessos e Demre (l’antica Myra) con il suo teatro romano. Città nelle quali vive il lascito delle popolazioni e degli eserciti che in epoche antiche hanno contrassegnato la storia di questa terra.

Da non dimenticare, poi, le classiche escursioni in caicco (la comoda e particolare imbarcazione turca) per apprezzare dalla prospettiva migliore, quella dal mare, le bellezze del litorale di questa parte di Mediterraneo.

BELEK È LA META IDEALE PER CHI CERCA

UN’OFFERTA DI ELEVATO LIVELLO, SENZA RINUNCIARE

AD ARTE, CULTURA E PAESAGGI INCANTEVOLI

PER TUTTI I GUSTI Stretti e alberati, ampi e ondulati tutti i gusti trovano soddisfazione. E, in tempi in cui non sempre è facile imbattersi in condizioni di fairway e green eccellenti, anche la manutenzione qui gioca un ruolo importante nel rendere molto piacevole la conoscenza di percorsi caratterizzati anche da differenti livelli di difficoltà.

Premesso che è in uso il sistema presente anche in alcuni Paesi europei per cui in funzione del proprio handicap si gioca da tee diversi, si può scegliere tra campi “turistici”, in cui il giocatore è messo meno sottopressione, e percorsi più impegnativi per il contesto in cui si snodano oltre che per gli elementi e gli ostacoli che ne caratterizzano il disegno.

La nostra selection propone quattro alternative: i due percorsi Sueño, il Pines e il Dunes, e i due percorsi teatro degli eventi Turkish Airlines, il Sultane il Montgomerie Maxx Royal.

DIVERTENTI E IMPEGNATIVI Indipendentemente dai loro nomi, pini e dune caratterizzano in abbondanza entrambi questi 18 buche aperti nel 2007, che si sviluppano all’interno del resort che li accoglie (Sueño), rendendo il gioco divertente quanto impegnativo.

Individuare le traiettorie per non soccombere nei dogleg resi ancora più chiusi dalle fronde degli alberi e giocare con i rotoli, a volte imprevedibili,“decisi” più che da fade e draw dalle ondulazioni quanto mai accentuate del terreno, può essere di grande aiuto per chi intenda portarsi in club house uno score brillante.

Il Pines, par72, è più impegnativo con i suoi oltre 6.400 metri (dai back tee), ostacoli d’acqua su 11 buche, un’impostazione e uno stile che in più elementi, dalla vegetazione ai bunker (più di 70),un po’ richiamano i links. La “bermudagrass” di green e fairway completa un’esperienza di grande livello, consentendo di provare un tipo di erbache, alle nostre latitudini, è difficile incontrare.

Il Dunes, più corto e abbordabile, par 69, è forse un po’ più “turistico”, mantenendo seppur in misura più blanda lo stile links che lo rende intrigante.In entrambi i percorsi, comunque,non è il caso di rilassarsi se non dopo aver concluso l’ultimo putt: i due green 18, a penisola e isola, posti proprio di fronte alla facciata principale delresort, oltre alla notevole spettacolaritàpresentano un alto livello di difficoltà potendo affogare, è il caso di dirlo, uneventuale buono score fin lì costruito.

DUNES PUÒ ESSERE CONSIDERATO

IL PIÙ TURISTICO DEI PERCORSI DEL SUEÑO,

PERCHÉ PIÙ CORTO E ABBORDABILE

INDIMENTICABILE Un percorso disegnato perché resti impresso negli occhi e nel ricordo – non solo golfistico – di chi ha la fortuna di giocarci, inserito in un contesto unico, che dalle chiome dei pini lascia intravedere le punte innevate delle montagne in lontananza, il tutto“condito” dall’alta qualità di ogni componente del campo e della struttura che lo accoglie.

Questo è il Pga Sultan,uno dei due percorsi dell’Antalya Golf Club (l’altro è il Pasha), che nel2012 ha ricevuto per la prima volta la visita di Woods & compagni e che, per chi organizzasse un viaggio da queste parti, merita senza alcun dubbio di essere inserito nel programma.

Par 71 di quasi 6.500 metri dai back tee, propone una perfetta combinazione di difficoltàe varietà di situazioni da richiedere il miglior mix di concentrazione e capacità golfistiche (come recita il libretto stroke saver che, oltre che come souvenir, vale la pena di avere al fianco durante il giro).

Per garantire un’esperienza di livello assoluto, il sapiente disegno ha distillato fairway ampi o più insidiosi, ostacoli d’acqua e la naturale presenza di pini e di unavegetazione in alcuni punti realmente lussureggiante. Una buona dose di umiltà può, così, venire in aiuto percontenere, laddove possibile, quellescelte azzardate che alcuni scorci e panorami potrebbero indurre a discapito del risultato.

UN VERO GIOIELLO È certamente non usuale che un campo da golf con neanche sei anni di“esperienza” ottenga l’apprezzamento che vanta il Montgomerie Maxx Royal. Il merito, è il caso di dirlo, oltreche del nome è soprattutto della qualità del suo designer.

Colin Montgomerie, infatti, (per sette anni numero uno delgolf europeo nonché capitano vittorioso della Ryder Cup nel 2010) è riuscito a condensare in questo lavoro molta della sua esperienza nel settore.

L’impatto, anche visivo, è di grande effetto,sia parlando della club house che della struttura tecnica (eccellente campo pratica con area approcci e putting green di notevole ampiezza e qualità).

La presenza di quattro tee per buca consente di rendere molto diverso ogni giro su questo splendido par 72 di quasi 6.500 metri dai back tee.

Il campo ha tutto ciò che ci si può aspettare da un percorso da campionato collocato in una zona, non lontana dal mare, in cui il vento, l’ondulazione dei fairway, i laghi (otto), i molti bunker unitamente ad alcune “waste area”, propongono una sfida per i giocatori di basso handicap,ma anche per tutti coloro che intendano conoscere un vero gioiello.

La club house, a conclusione delle fatiche sul fairway, completa, con la sua splendida terrazza di fronte all’arrivo della 18 e l’ottimo ristorante, un’intensa giornata di golf!

PINES GOLF COURSES

Situato all’interno del resort Sueño, presenta un elevato livello di difficoltà

PAR 72 DI OLTRE 6.400 METRI DAI BACK TEE, PER IMPOSTAZIONE E STILE, SOTTO MOLTI ASPETTI RICHIAMA I LINKS

PGA SULTAN

Insieme al Pasha è uno dei due percorsi proposti dall’Antalya Golf Club; si distingue per l’alta qualità di ogni componente

PAR 71 DI QUASI 6.500 METRI DAI BACK TEE, PRESENTA UNA GRANDE VARIETÀ DI SITUAZIONI, FAIRWAY AMPI O PIÙ INSIDIOSI OSTACOLI D’ACQUA E VEGETAZIONE

MONTGOMERIE MAXX ROYAL

Deve il nome e gran parte del grande apprezzamento di cui gode al suo designer, Colin Montgomerie, che ha messo a frutto la propria esperienza di campione (tra l’altro, vinse la Ryder Cup del 2010) per creare un campo di grande effetto

PAR 72 DI QUASI 6.500 METRI DAI BACK TEE, GRAZIE AI QUATTRO TEE PER BUCA OGNI GIRO SI PRESENTA MOLTO DIVERSO DAL PRECEDENTE

Credits Images:

E IL PONTE FU CHIUSO

Immaginiamo una città con più di 15 milioni di abitanti e alcuni milioni di auto in circolazione che trovano chiuso il ponte di Galata, collegamento tra la parte europea e quella asiatica di Istanbul. Così, senza apparentemente un valido motivo, se non per lasciare spazio a un signore che tira alcune palline da golf! È accaduto lo scorso anno, in occasione del Turkish Airlines Open ad Antalya, quando Tiger Woods fu chiamato a esibirsi proprio sul ponte sul Bosforo per il lancio promozionale dell’evento con grande risalto sui media, ma soprattutto grandissime polemiche e proteste, politiche e tra i cittadini. La decisione creò, infatti, disagi notevoli al traffico. Per di più per uno sport che in Turchia certamente non è ancora popolare. Autorità e sponsor, seppur accorciando la durata dell’operazione a un’ora rispetto alle cinque previste, hanno sfidato le ire dei concittadini; ora i risultati dell’Open disputato e le attese per l’edizione 2014 sembra stiano dando loro ragione.

© Getty Images