II vecchio Donald continua a ribadirlo. A suo dire il mondo intero si approfitta senza ritegno dell’America rendendola povera e mai così insignificante. È opinione di molti, però, che considerare oneste le sue parole, oltretutto da chi per età ha vissuto la moderna storia americana e lo sviluppo del “nuovo continente” nel tempo, sia molto difficile.
L’ultima trovata poi, quella relativa ai dazi, imposti con determinazione e velocità, adducendo motivazioni discutibili, ha fatto intendere in quale situazione ci si sia ritrovati.
Chi si è arricchito in questo breve periodo? Molte sono le riflessioni che in questa fase storica vanno fatte. La prima su tutte è relativa alla particolare verve teatrale espressa da Trump durante gli incontri con i il pubblico e la stampa. Tutto meticolosamente studiato, interpretato e avvalorato dai suoi “famosi” linguaggi del corpo capaci di far invidia ai migliori attori navigati. Siamo consapevoli che la politica necessita di relatori appassionati e coinvolgenti, ma si supponeva che oltre alla forma si rendessero necessari contenuti di altro tipo, soprattutto a questi livelli.
Quanto sarebbe stato utile in un mondo globalizzato l’aiuto di leadership che con competenza fossero state in grado di intervenire costruendo con equilibrio. In ogni caso gli obiettivi asseriti sono chiari. Gli Stati Uniti dovranno nel breve riappropriarsi di molte attività che si sono indebolite con la disgustosa conseguenza di lasciare spazi agli “arroganti europei”.
La produzione interna dovrà riattivarsi e crescere. Chi asseconderà le volontà del tycoon vivrà a suo dire momenti migliori. Non tutto il Paese è concorde nell’affrontare questa crociata che non promette risultati così interessanti sia nel breve che nel lungo termine. In ogni caso, questo devastante messaggio del presidente di fresca nomina non andrà sottovalutato. Per noi un’unica certezza; quella che l’eccellenza del prodotto europeo, e italiano in particolare, è da sempre riconosciuta globalmente. Il popolo americano, ne siamo certi, è fan appassionarto della cucina italiana e dei nostri prodotti enogastronomici, che difficilmente potranno essere replicati negli States. Alcuni esempi: il prosciutto di Parma, il San Daniele o il Parmigiano Reggiano, i vini così come altre innumerevoli nostre unicità sono tali anche perché la terra, l’aria, l’acqua utilizzata, il clima e la grande competenza maturata nel tempo dai produttori hanno garantito un risultato unico.
Meritocrazia e non banali forme di protezionismo. Oltre alla provocazione costante e alla necessità di apparire per vezzo, in coscienza ci si aspettava ben altro da un presidente americano. E ora tutti a negoziare, ma ognuno di noi non dimentichi nel tempo con chi si ha a che fare.
© Riproduzione riservata