Pensione anticipata a 64 anni: requisiti e ipotesi di riforma

Pensione anticipata a 64 anni: requisiti e ipotesi di riforma© Shutterstock

Da Quota 103 a Opzione Donna e Ape Sociale: i requisiti per accedere alla pensione anticipata a 64 anni prevedono una stretta maggiore. Allo stato attuale la possibilità è riservata ai “contributivi puri”: i dipendenti che hanno iniziato l’attività dopo il passaggio al sistema contributivo, e cioè il primo gennaio 1996. Coloro i quali hanno compiuto 64 anni e versato almeno 20 anni di contributi effettivi possono ritirarsi prima. Questo a patto che l’assegno superi di tre volte il minimo sociale previsto dall’Inps: 1.616 euro al mese.

Per le madri lavoratrici la soglia che consente l’accesso al pensionamento anticipato basato sui contributi versati si riduce a 2,8 e 2,6 volte l’assegno sociale, a seconda del numero di figli. Dal 2030, tuttavia, sono previste ulteriori restrizioni,  con il limite aumentato a 3,2 volte l’assegno sociale e pari a circa 1.724 euro mensili. Si tratta di una soglia più difficile da raggiungere per i lavoratori precari e per coloro che hanno retribuzioni basse.

Pensione anticipata, tutte le opzioni

Oggi c’è anche la possibilità di considerare nel calcolo dei contributi la previdenza complementare. In questo caso, però, il limite minimo passa da 20 a 25 anni, quota destinata a salire a 30 entro i prossimi 5 anni. Quella di sommare ai contributi anche la rendita maturata nei fondi pensione è legata al divieto di cumulo con altri redditi da lavoro, tranne che nel caso di attività autonome occasionali per un massimo di 5 mila euro lordi annui.

Dal 2024 l’opzione della pensione anticipata a 64 anni prevede un ulteriore vincolo. Fino ai 67 anni, età dalla quale scatta il diritto alla pensione di vecchiaia, l’assegno non può superare di cinque volte il trattamento minimo Inps, e cioè 3.017 euro lordi mensili. Penalizza chi ha carriere lunghe e stipendi medio-alti.7

Tutte le ipotesi al vaglio del Governo

Il Governo Meloni, inoltre, sta pensando di estendere la possibilità di ritirarsi prima del tempo a un maggior numero di categorie. Potrebbero rientrarci anche i lavoratori che hanno versato una parte di contributi con il sistema misto. Si potrebbero abbassare le soglie di accesso utilizzando, per esempio, il Tfr custodito dall’Istituto nazionale di previdenza sociale. Si sta discutendo anche sull’età pensionabile che passerebbe da 64 anni a 64 anni e 3 mesi. È per tutte queste ragioni che, sul tavolo, c’è l’archiviazione di Quota 103.

Infine, per i lavoratori che hanno accumulato contributi sostanziosi e sufficienti, è prevista la pensione anticipata ordinaria. In questo caso non è previsto alcun limite d’età, ma  il conseguimento di almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. L’importo, tuttavia, potrebbe essere comunque inferiore rispetto all’assegno previsto in caso si vada in pensione per vecchiaia.

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