L’inglese? Fatelo strano

I corsi più strani del mondo (anche in Italia). Così si impara la lingua giocando a tennis o raccogliendo tartufi

AIan George Bolton, direttore didattico della Oxford Group in Italia, un allievo ha chiesto di programmargli un corso di inglese tra i boschi austriaci, di modo che potesse migliorare lo speaking e dedicarsi a una delle sue attività preferite: raccogliere i funghi porcini. Bolton in pochi giorni, gli ha organizzato un ciclo di lezioni nel sottobosco: 1.600 euro, per una settimana di corso di inglese che prevedeva ricerca funghi con guida madrelingua al mattino, lezioni in aula al pomeriggio.Bolton vorrebbe organizzarne molti in più di corsi di inglese fuori dalle aule, ma il mercato italiano pare ancora non essere pronto all’idea di trasformare il momento di formazione in un momento ludico.«In teoria», spiega, «possiamo predisporre qualsiasi corso d’inglese, anche abbinato alla tournée di una compagnia di danzatori, alle uscite in pizzeria, o allo shopping. In Italia però è ancora scarsa la domanda di corsi di inglese particolari. Se riuscissimo a raccogliere più adesioni e a creare gruppi, il prezzo dei corsi speciali scenderebbe e le lezioni divertenti sarebbero più diffuse». Però, in fondo, le famiglie italiane preferiscono per i figli il format standard del corso tra i banchi di scuola. Solo gli adulti si permettono talvolta di coniugare formazione e divertimento. Opzione non prevista quando a pagare le lezioni di inglese è l’azienda. «Molti tra gli adulti che vogliono tenere l’inglese allenato», aggiunge, «scelgono il tradizionale corso nei campi da golf o da tennis, spesso in Gran Bretagna o in Irlanda». I viaggi studio abbinati a questi sport possono essere o improntati esclusivamente sul gioco (l’inglese in questi casi si pratica in conseguenza del gioco) o mediati da un insegnate di inglese, se ex giocatore tanto meglio, che alterna l’insegnamento dello sport a domandine di grammatica.Per imbattersi in corsi di inglese bizzarri è sufficiente uscire fuori dai confini italiani, dove sono all’ordine del giorno. Class afloat è uno degli esempi meglio riusciti: una nave che porta in giro per gli oceani studenti da tutto il mondo, che decidono di trascorrere un anno accademico in navigazione. Si salpa da Lundeburg (Nuova Scozia, in Canada), si attraversa l’oceano Atlantico e si approda nei 25 porti più noti del globo. Nelle due settimane di pausa tra un semestre e l’altro gli studenti vengono addirittura coinvolti in un progetto umanitario in Senegal, tappa che cade a metà rotta. Dieci mesi da settembre a giugno per un’esperienza formativa a tutto tondo, durante i quali i ragazzi seguono i corsi, studiano, apprendono l’austera vita nei mari. E l’anno successivo, per chi vuole, l’esperienza si ripete, fino alla maturità, o alla laurea.Per tornare a programmi di studio meno impegnativi, proposte per studiare l’inglese divertendosi arrivano anche dall’International summer school of Scotland, riservata a ragazzi di età compresa tra i 13 e i 18 anni che possono prepararsi gli esami di certificazione della lingua inglese (Ielts, Tofel, Cambridge) seguendo workshop cinematografici, di teatro o di arte che si tengono in una scuola scozzese durante i mesi estivi.Per tornare a casa nostra, corsi “strani” li offre la Sir James Henderson School, organizzazione no profit che per missione, prima ancora dell’insegnamento dell’inglese, ha quella di trasmettere ai giovani la cultura e la tradizione britannica utilizzando il metodo del Baccalaureato. Il Baccalaureato è una sorta di metodo Montessori in salsa britannica che ha come scopo quello di sviluppare le capacità cognitive e intellettuali dei ragazzi in età da college, facendo leva sulla loro creatività ed espressione personale.Il metodo andrebbe applicato nella lingua nativa (quindi per gli italiani, in lingua italiana) ma la Sir James ha scelto di utilizzare di comunicare a una comunità di studenti internazionale, attraverso la lingua più diffusa del mondo.Un taglio didattico rilassante è quello proposto dai corsi del Language center di Todi, provincia di Perugia. La scuola è di Stefania Belli, ex giramondo, laureata in lingue, che nel 1997 ha portato in Italia un formula di insegnamento che all’estero aveva preso piede da tempo: imparare riposandosi. Il centro linguistico si è convenzionato con una ventina di residenze di pregio dell’Umbria (dalla country house immersa nel verde all’agriturismo con piscina), pianificando corsi full immersion di 48 ore a settimana con insegnati madrelingua, tra i mille e i 2 mila euro vitto e alloggio compreso. Gli studenti, più adulti che giovani (200 contro 60 ogni anno), hanno anche il tempo di visitare un museo, fare un giro a cavallo o bere un drink, rigorosamente accompagnati dal maestro. I clienti che scelgono questa formula sono soprattutto le aziende, tra cui Deloitte, Ernst & Young, il gruppo Finmeccanica, privati spesso con ruoli dirigenziali che hanno bisogno di relax e di tener allenata la lingua; ragazzi, spesso in gruppo, figli di genitori che preferiscono l’Italia all’estero.

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