Se vuoi lavorare, non ti sposare. O fidanzare o convivere. Perché i single in Italia registrano un tasso di occupazione del 3,3% superiore a chi vive in famiglia. Il tasso di occupazione per le persone “libere” è al 72,6%, contro il 69,3% degli adulti in coppia. Un dato in controtendenza con tutte le medie europee, dove anzi i single sono penalizzati (+1,1% l’occupazione dei single italiani, -7,1% quella delle coppie). Quasi a dare ragione ai visionari autori del film The Lobster, dove in una società avveniristica si è costretti in 45 giorni a scegliere una compagna o un compagno per non essere trasformati in un animale.
Come rivela Linkiesta, si tratta di dati incredibili viste le difficoltà del nostro Paese in campo occupazionale rispetto al resto dell’Ue. Una parte della spiegazione è nella grossa fetta di giovani che vivono ancora in famiglia senza studiare o lavorare: i Neet infatti non entrano nella categoria dei single a livello statistico.
Colpisce tuttavia il livello occupazionale delle donne single, molto più occupate delle colleghe europee (+14%). I record tricolori sulla scarsa occupazione femminile, vanno dunque rivisitati alla luce dello scorporo tra single e accoppiate (che soffrono invece un -16% rispetto alla media Ue, secondo i dati Eurostat). E i figli? Non contano. In Italia come nell’Ue, chi ne ha trova più lavoro di chi non ha figli (8%).
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