Lavoro autonomo: Italia prima in Europa

I lavoratori indipendenti sono oltre 5 milioni, pari al 21,7% della nostra occupazione complessiva. Ma non tutti sono felici

L’esercito dei lavoratori autonomi italiani si sta riducendo progressivamente. Ma rimane comunque il più numeroso d’Europa. L’Italia, infatti, è prima per numero di freelance (è dietro solo alla Grecia, che però è lontanissima per valori assoluti): nonostante si sia ridotto del 5,19% tra il 2009 e il 2018, oggi questo “popolo” conta ancora oltre 5 milioni di lavoratori, pari al 21,7% della nostra occupazione complessiva. A rivelarlo è un’analisi della Fondazione studi consulenti del lavoro, secondo cui, nello stesso periodo nella nostra Penisola il lavoro dipendente nelle sue diverse forme è aumentato di cinque punti percentuali, specialmente fra le nuove generazioni. Se un tempo i giovani erano attirati dall’idea di mettersi in proprio, ora non è più così: nell’ultimo decennio, infatti, in Europa gli autonomi sotto i 25 anni sono scesi del 31,9%. Da una parte, questo calo è giustificato dalla riduzione demografica della popolazione giovanile e dalla maggiore propensione a studiare, ma dall’altro dalle maggiori difficoltà occupazionali di accesso al mercato.

Ma chi sono gli autonomi italiani? Il 12,3% sono manager o titolari di aziende, il 20,4% professionisti ad alta qualificazione, il 18,3% figure addette alle vendite, il 17,1% figure tecniche e il 16,7% piccoli artigiani e commercianti. Nella maggior parte dei casi, dunque, si tratta di persone con un elevato grado di istruzione. Non tutti gli indipendenti tricolore, però, sono soddisfatti, anzi: il 27,7% vorrebbe un lavoro alle dipendenze, mentre solo il 10% dei dipendenti sceglierebbe la carriera in proprio.

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