La metà degli italiani è senza lavoro

La denuncia del sindacato Cgil, che prende in considerazione anche la popolazione inattiva del nostro Paese: “Peggio di noi solo la Grecia”

Oltre la metà degli italiani non lavora. È questo il dato shock evidenziato dal sindacato Cgil attraverso lo studio dell’Associazione Bruno Trentin (Abt), realizzato elaborando i dati Istat tratti dalla Rilevazione continua sulle forze di lavoro. Lo studio analizza l’anomalia del tasso di occupazione. Nel nostro Paese, infatti, a un tasso di disoccupazione sostanzialmente in linea con la media europea (12,2% in Italia e 11,9% nell’Eurozona a 18, secondo i dati del 2013) corrisponde un tasso di occupazione di quasi otto punti inferiore rispetto alla media Ue (48,7% in Italia, 56,2% nell’Eurozona a 18, secondo i dati del 2013).

L’anomalia italiana è spiegata, dallo studio dell’Associazione Bruno Trentin, con l’altissima percentuale di popolazione inattiva, che nel nostro Paese supera il 44% a fronte di una media europea del 36%. In Italia ci sono, infatti, circa 20 milioni di persone (in età compresa tra i 15 e i 74 anni) che si trovano in condizioni molto diverse e che comprendono anche studenti, pensionati, casalinghe o persone che semplicemente non cercano e non sono disponibili a lavorare. Tra queste, però, quelle inattive che vorrebbero lavorare, ricomprese dall’Istat nelle ‘forze di lavoro potenziali’, sono oltre 3,2 milioni. Queste persone, spiega l’Associazione della Cgil, non sono considerate ai fini del calcolo del tasso di disoccupazione, perché non possiedono le due principali condizioni per essere inserite tra i disoccupati standard: essere disponibili a iniziare a lavorare entro due settimane ed effettuare una ricerca attiva di lavoro, anche se la gran parte, circa 2,2 milioni, ne possiede almeno una e si dichiara esplicitamente come disoccupata. “Una loro progressiva emersione renderebbe gli indicatori del nostro mercato del lavoro più in linea con quelli degli altri paesi europei”, si sostiene nello studio dell’Associazione Bruno Trentin. Si tratta, infatti, di un consistente ‘esercito di disoccupazione di riserva’, che non sarebbe corretto sommare automaticamente ai dati ufficiali della disoccupazione ma che certo, sottolinea l’Abt Cgil, “insieme al tasso ufficiale di disoccupazione, salito al 13,6% nel primo trimestre dell’anno, fornisce un quadro reale di quella che è la drammatica situazione del lavoro nel nostro Paese”.

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