Gender pay gap, l’Italia è ancora fanalino di coda nel mondo

Le disparità retributive maggiori tra uomini e donne si registrano tra manager e operai, ma pesa anche il settore di appartenenza: nel terziario gli uomini guadagnano oltre il 20% in più

L’Italia è 127esima in termini di disparità salariale su 144 Paesi nel rapporto del 2016 del World Economic Forum. Cinquantesima se si considerano altri fattori, come la salute e l’istruzione, ma comunque con 9 posizioni in meno rispetto all’anno precedente. Il problema delle disuguaglianze tra uomini e donne nel lavoro è sempre più sentito tra le aziende, soprattutto se si tratta di stipendi, tant’è che alcune hanno recentemente sviluppato politiche mirate per le cosiddette “quote rosa”. In Italia, le donne nei consigli di amministrazione sono in aumento dall’introduzione del Jobs Act, e sono passate nel giro di qualche anno dal 6% al 29% grazie anche al decreto presidenziale n.251/2012 e la legge Golfo-Mosca n.120/2011.

LE DISUGUAGLIANZE. Ma il rapporto Gender Gap 2016 dell’Osservatorio JobPricing evidenzia come rimanga, di fondo, una forte disparità retributiva. A fine 2015, gli uomini percepiscono complessivamente una retribuzione annua lorda di 29.985 €, il 12,2% in più delle donne, con 26.725 € l’anno. E tra 2014 e 2015 il trend è a sfavore delle donne, in particolare le dirigenti e le operaie, rispettivamente con il 12% e l’11,5% di disparità retributiva nel 2015. Stabile invece la situazione di impiegate e quadri, con solo mezzo punto percentuale di differenza rispetto ai colleghi maschi. La previsione per il 2016, basata sui dati raccolti nella prima metà dell’anno, è di una piccola inversione di tendenza, con un gap complessivo ridotto dal 12,2% all’11,6%.

Sono soprattutto le fasce lavorative a più bassa densità femminile – operai e dirigenti – a subire di più l’accentuarsi delle disparità, mentre nei casi di livellamento per le fasce più basse, questo sembrerebbe dovuto ad un peggioramento complessivo delle condizioni contrattuali, più che ad un miglioramento di quelle femminili.

SETTORI DIVERSI. Le differenze di genere sono marcate anche a livello settoriale, dove uomini e donne sono impiegati in attività diverse e il gender pay gap è a favore degli uomini in ben 27 industry delle 35 che compongono il mercato. Nell’ambito dei servizi alla persona il 77% dei lavoratori sono donne e il 23% uomini, mentre nel campo dell’edilizia il 92% è di sesso maschile e solo l’8% donna. Il settore più equilibrato è quello della grande distribuzione e del commercio al dettaglio, con il 50% esatto da entrambe le parti. La disparità di salario è maggiore nel caso dei servizi finanziari (26,3%) e nei servizi (16,4%), mentre è addirittura invertita (dove sono le donne a guadagnare di più) nei casi dell’edilizia (-15,8%) e delle utilities (-0,6%), dove la componente femminile è scarsa.

I dati pubblicati dall’Osservatorio JobPricing sono frutto dell’elaborazione di oltre 250.000 dati retributivi di lavoratori dipendenti del settore privato, raccolti grazie allo strumento “Confronta il tuo stipendio”, che fornisce un report personalizzato di posizionamento rispetto al valore medio nazionale, e altri dati comunicati da aziende per mappare in forma anonima settori, professionalità e profili retributivi che compongono il tessuto del mercato del lavoro italiano.

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