Connessi 24 ore su 24: aumenta lo stress per i dipendenti

Il 49% degli intervistati da Kelly Service sostiene di restare connesso settimanalmente circa cinque ore oltre l’orario di lavoro. In Italia, due persone su tre prenderebbero in considerazione la possibilità del telelavoro. Russi, ungheresi e polacchi i più stressati

Eterno odio e amore per lo smartphone, tablet o laptop aziendale: strumenti in grado di rendere il lavoro più efficiente e produttivo liberando dall’obbligo di rimanere ancorati alla propria postazione in ufficio e a un orario prestabilito. Nuove tecnologie che, d’altro lato, entrano nella vita privata provocando un’interferenza del lavoro e un maggiore stress. Basta guardare i risultati della ricerca di Kelly Services per rendersene conto: il 49% degli intervistati (panel di 170.000 persone di 30 Paesi nel mondo, tra cui l’Italia) resta connesso settimanalmente circa 5 ore oltre l’orario di lavoro e la propensione a non spegnere il device mobile è maggiore nei Paesi in via di sviluppo, in particolare a Hong Kong, Singapore, Malesia e Indie. Solo il 23%, del campione internazionale dichiara di non connettersi mai nel tempo libero. Il 36% degli intervistati si sente obbligato dal proprio senso di responsabilità, avendo a disposizione una tecnologia che lo consente, a lavorare anche oltre gli orari prestabiliti dal contratto.Altro fattore di stress, secondo il 26% del campione, è il datore di lavoro, che sembra aspettarsi questo tipo di approccio da parte dei dipendenti, seguito dalla cultura aziendale (15% a livello internazionale, 43% se si considera solo il panel italiano), dall’insistenza dei clienti (14%) e dai colleghi (5%). Una pressione che aumenta per i lavoratori con profili specializzati e in possesso di competenze tecniche e che, in ambito Emea, determina maggiore stress per russi, ungheresi e polacchi. Il 60% degli intervistati, inoltre, prenderebbe in considerazione il telelavoro, percentuale che aumenta in Italia dove quasi i due terzi (64%) vorrebbe lavorare da casa o lontano dall’ufficio e che tocca il picco nelle Americhe, soprattutto tra i lavoratori più anziani.Una modalità, quest’ultima, che rende le nuove tecnologie non solo fonte di stress ma strumenti utili per conciliare impegni lavorativi e quelli privati: ne gioverebbe anche l’azienda, che potrebbe abbattere considerevolmente i costi.

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