Tecno-allergia: scoppiano i primi casi

Dermatiti, sfoghi cutanei, irritazioni: a causarle sarebbe il nichel presente in tablet, iPhone, console di videogame, pc portatili, braccialetti elettronici

I colossi dell’hi tech hanno un nuovo nemico. E stavolta non si tratta dell’ennesimo ventenne che scopre la diavoleria del secolo, o di un temibile player che ha deciso di allargare il proprio business.

Stavolta, a impensierire Samsung, Apple e compagnia è il nichel: il metallo alla base delle più svariate allergie e dermatiti e che, oltre a essere presente in gran parte dei cibi che mangiamo, si insinua perfino in tablet, iPhone, console di videogame, pc portatili e braccialetti intelligenti. Dunque, praticamente in tutti i prodotti hi tech.

Da qui, l’insorgere di casi di allergie legati alla tecnologia. Il primo caso è stato registrato a febbraio quando l’1,7% degli utilizzatori del braccialetto Fitbit, molto amato dagli sportivi per monitorare la propria performance fisica, ha accusato reazioni cutanee. Quanto basta per costringere la società a ritirare il prodotto dal mercato. Poi è stata la volta dello sfogo cutaneo dichiarato a luglio da un ragazzo americano, a fronte dell’utilizzo prolungato del proprio iPad.

«Non è la quantità a causare l’allergia, ma un’esposizione perenne e un sistema immunitario indebolito», ha spiegato al Corriere della sera Erminia Ridolo, docente di Immunologia all’Università di Parma. «La sola presenza del nichel non è sufficiente a spiegare la reazione. Il ragazzino aveva già una dermatite. E cioè le barriere difensive della sua pelle erano azzerate».

Probabilmente nel caso di tablet e iPhone sarà sufficiente dotarsi di una custodia di plastica. Ma il problema rappresenta comunque una bella grana per i player…

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