Google, studio di Yelp denuncia manipolazione dei risultati di ricerca

La multinazionale delle recensioni online Yelp accusa Mountain View: il motore di ricerca della Grande G sfavorirebbe concorrenti e utenti

Google sotto accusa: il motore di ricerca sfavorirebbe gli utenti, mostrando meno di quel che dovrebbe, e sarebbe sleale nei confronti dei concorrenti, non dando loro visibilità nei suoi risultati. A muovere tali critiche è Yelp, multinazionale californiana da sempre in lotta contro la supremazia della Big G.

YELP CONTRO GOOGLE. Yelp lancia le sue accuse partendo da studi realizzati in collaborazione con Tim Wu, professore di legge della Columbia, e Michael Luca, economista ad Harvard. Voci autorevoli, soprattutto quella di Wu (teorico della net neutrality), che in passato aveva dimostrato di apprezzare i metodi di Google; metodi sui quali, ora, sembra aver cambiato idea, denunciando una carenza di idee da parte del colosso di Mountain View e un consapevole peggioramento dei servizi offerti agli utenti, tutta a vantaggio della già grande ricchezza di Google.

LO STUDIO. Yelp, insieme a Tripadvisor (altro concorrente di Google) è tra i maggiori siti di recensioni di negozi, ristoranti e simili. Lo studio di Yelp ha preso in esame le opinioni di 2690 utenti, ai quali sono stati presentati due diversi ordini di risultati relativi a business locali. Una delle liste era quella tipicamente presentata da Google, che pone in grande evidenza i contenuti prodotti dal motore di ricerca stesso; l’altra, invece, presenta dati filtrati tali da renderli (secondo la definizione di Yelp) più “meritocratici”, in quanto mettono in risalto anche gli elementi elaborati da altri servizi. Il tutto si risolve in un aumento pari al 45% di possibilità per l’utente di scegliere proposte differenti da quelle proveniente dall’azienda di Mountain View, cosa che dimostrerebbe, secondo Yelp, una certa malafede da parte della creazione di Brin e Page nei confronti non solo dei concorrenti, ma anche dei fruitori.

COMPORTAMENTO SCORRETTO. Se Yelp dicesse il vero, per Google sarebbe l’ennesima accusa di comportamento scorretto, dopo quello riconosciuto dall’Antitrust americana nel 2012; notizia, questa, trapelata da poco sulle pagine del Wall Street Journal. Tuttavia, l’informazione non aveva scosso troppo Mountain View, dato che alla fine non aveva avuto ripercussioni concrete, e l’azienda non era stata perseguita. Sono mancati, inoltre, seri studi sugli effetti sui consumatori delle “scorrettezze” di Google.

LE REAZIONI. Nessun commento da parte della multinazionale di Brin e Page: Google continua a difendere l’esperienza dell’utente sul suo motore di ricerca, attualmente “la migliore possibile”, secondo l’attuale dirigente Eric Schmidt. Lo studio viene inoltre tacciato di poca accuratezza, data la ristrettezza del campione e l’apparente ingenuità della tesi di fondo, che parte dal presupposto che un maggiore numero di click sia l’unico elemento in grado di piazzare meglio un risultato nella ricerca. Google, inoltre, fa notare come gli internauti siano liberi di scegliere motori di ricerca alternativi, e come Yelp non sembri soffrire troppo della concorrenza, visto che il suo valore azionario risulta triplicato rispetto al 2012.

IN EUROPA. Lo studio di Yelp va quindi ad inserirsi in una situazione già potenzialmente difficile per Google, che è già sotto il torchio dell’Autorità garante della concorrenza in Europa. Da Mountain View dovrebbe arrivare, il 17 agosto, una replica alla valutazione europea, frutto delle pressioni anti-Google scaturite proprio dalle concorrenti. Critiche contro cui si era schierato anche il presidente Usa Barak Obama, che motivava le accuse dell’Europa alle imprese americane come una chiaro segno dell’incapacità di competere contro di loro.

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