Unicredit: 6,1 miliardi di utile nel primo semestre 2025

Il gruppo guidato da Andrea Orcel archivia il caso Banco Bpm e guarda al futuro con utili a nove zeri e una strategia ambiziosa su Germania e Grecia

Unicredit: 6,1 miliardi di utile nel primo semestre 2025© Shutterstock

L’anno della transizione si è trasformato nel miglior anno di sempre. Così Unicredit ha definito il primo semestre 2025, in cui ha registrato un utile netto di 6,1 miliardi di euro, con una performance nel solo secondo trimestre pari a 3,34 miliardi, in crescita del 25% su base annua. Risultati ben oltre le stime degli analisti, che prevedevano profitti fermi a 2,3 miliardi.

Un exploit che arriva dopo la rinuncia definitiva all’operazione su Banco Bpm, bloccata dai veti governativi legati al golden power. Una mossa che, secondo il Ceo Andrea Orcel, libera risorse per rilanciare investimenti sul mercato domestico, con focus su Pmi, clienti private e affluent, dove la banca conta di guadagnare quote di mercato grazie alla solidità patrimoniale.

Le voci straordinarie che hanno gonfiato l’utile

A sostenere la trimestrale, nonostante un calo dei ricavi totali del 3,3%, è stata una serie di operazioni straordinarie. Il margine d’interesse è sceso del 2,8% a 3,47 miliardi, le commissioni dell’1% a 2,1 miliardi e gli utili da trading hanno subito un crollo del 58%. Ma a compensare sono arrivate le plusvalenze dalla rivalutazione delle assicurazioni vita (653 milioni) e della partecipazione del 9,9% in Commerzbank (230 milioni). Senza queste componenti non ricorrenti, l’utile netto sarebbe comunque salito a 2,9 miliardi, con un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente.

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Andrea Orcel ha annunciato un aggiornamento degli obiettivi al 2025, puntando a un utile netto minimo di 10,5 miliardi, ricavi oltre i 23,5 miliardi e una distribuzione di almeno 30 miliardi agli azionisti entro il 2027. La banca intende sostenere il valore delle azioni con un buyback da 3,6 miliardi, previsto appena dopo il secondo trimestre 2025. I costi operativi restano stabili a 2,3 miliardi, mentre il costo del rischio è salito leggermente a 10 punti base, senza però destare preoccupazioni.

Commerzbank e Alpha Bank al centro della nuova strategia

La rinuncia a Banco Bpm apre la strada a una strategia internazionale più aggressiva. UnicCredit ha già portato al 20% la propria quota in Commerzbank l’8 luglio e intende salire al 29% entro fine anno. Il consolidamento a patrimonio netto della banca tedesca garantirà oltre 600 milioni l’anno di profitti, al netto dei costi di copertura. Un percorso simile è in corso in Grecia, con Alpha Bank, dove UniCredit detiene il 20% e valuta una salita fino al 30%, che potrebbe portare oltre 200 milioni di profitti annui.

Orcel ha sottolineato che il consolidamento rappresenta “il nuovo stadio della strategia annunciata”, volto a convertire il capitale in eccesso già investito in ricavi, utili e loro distribuzione ordinaria. Tuttavia, resta cauto sulle prospettive di una fusione tra la controllata tedesca Hvb e Commerzbank, frenata dalla resistenza degli stakeholder tedeschi. “Restiamo investitori finanziari pazienti”, ha spiegato Orcel, lasciando aperto uno spiraglio solo per il lungo periodo: “potrebbe accadere anche nel 2027”.

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