Stellantis ha subito una significativa riduzione del valore di mercato, con una perdita di capitalizzazione di 43 miliardi di euro, ritornando così ai livelli di prezzo del primo giorno di quotazione nel 2021, dopo la fusione tra Fca e Psa. Questo calo si è verificato quasi in concomitanza con l’annuncio di un investimento di 400 milioni di euro in tecnologie elettriche in Michigan.
Il 18 gennaio 2021 le azioni di Stellantis avevano registrato un aumento del 7%, raggiungendo i 13,5 euro per azione. Ora, dopo tre anni e mezzo, il valore di mercato è tornato a quel punto, con la capitalizzazione iniziale – e attuale – di 42 miliardi di euro. Questa regressione riflette in gran parte la crisi del settore automobilistico, che ha visto il valore di mercato di Stellantis dimezzarsi dai massimi storici di oltre 80 miliardi di euro solo due mesi fa. Inoltre la chiusura di uno stabilimento Volkswagen in Germania, insieme a una revisione al ribasso delle previsioni di fine anno da parte di Bmw, hanno contribuito a un periodo complicato per tutto il comparto, influenzando negativamente le azioni di Stellantis e di altri produttori di automobili.
Nonostante queste difficoltà, la solidità finanziaria del colosso automobilistico risultato dalla fusione di Fiat Chrysler Automobiles e del Gruppo Psa non è messa in dubbio, grazie a una riserva di cassa di 30 miliardi di euro alla fine del primo semestre. Nel frattempo tra le sfide che il settore automobilistico sta affrontando a livello globale, in generale, ci sono la transizione verso la mobilità elettrica, la carenza di semiconduttori e le incertezze economiche già aggravate dalla pandemia.
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