Spread Btp-Bund sotto quota 100 punti: non accadeva dal 2021

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Lo spread tra i BTp italiani e i Bund tedeschi è sceso sotto la soglia psicologica dei 100 punti base: un traguardo che non si registrava dal 2021. Eppure, non tutti esultano.
A frenare l’entusiasmo è lo stesso ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che si è mostrato perplesso rispetto alla dichiarazione della premier Meloni secondo cui “i titoli italiani sono considerati più sicuri di quelli tedeschi”.

In realtà, il calo dello spread è il risultato di un mix complesso: da un lato, i fondamentali italiani mostrano segnali positivi come l’avanzo primario e la riduzione del rapporto debito/Pil (scivolato dal 158% del 2021 al 135% attuale); dall’altro, pesano le debolezze altrui. La volatilità dei titoli francesi e tedeschi è salita per effetto di instabilità politica e piani di spesa pubblica legati alla difesa.

Il rendimento del decennale italiano è al 3,69%, superiore a quello dei pari grado di Francia, Spagna, Portogallo e persino Grecia. Questo differenziale di rendimento – circa l’1% in più rispetto al Bund – è ciò che rende i Btp appetibili agli occhi degli investitori. Ma è anche la prova che il nostro Paese deve ancora “pagare” per le proprie fragilità: crescita ferma, alto debito, produttività stagnante e una spesa per interessi elevata.

Il contesto internazionale ha inciso: con il ritorno della turbolenza sui mercati globali, i bond europei appaiono come un rifugio sicuro. E l’Italia, pur non essendo immune da rischi, offre rendimenti più generosi. Un vantaggio relativo, ma non strutturale. Un clima di fiducia che ha avuto riflessi anche sui mercati azionari: Piazza Affari è tornata ai suoi massimi dal 2007, sostenuta da dividendi e performance del settore finanziario.

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