Sanofi compie un nuovo passo strategico nel settore delle malattie immunologiche rare con l’acquisizione della biotech americana Blueprint Medicines. L’operazione, annunciata di recente, ha un valore azionario complessivo di 9,1 miliardi di dollari, cifra che potrebbe salire fino a 9,5 miliardi al raggiungimento di specifici traguardi regolatori e clinici.
L’accordo prevede il pagamento di 129 dollari per azione, con un premio del 27% rispetto alla chiusura di Blueprint a Wall Street prima dell’annuncio. Gli azionisti della biotech riceveranno inoltre un contingent value right (CVR) che potrebbe fruttare fino a 4 dollari extra per azione, legati allo sviluppo del farmaco sperimentale BLU-808, destinato al trattamento di disturbi delle mastocellule come l’orticaria cronica.
Blueprint porta in dote una pipeline di farmaci immunologici in fase di sviluppo e un prodotto già in commercio: Ayvakit (Ayvakyt in Europa), utilizzato per la cura della mastocitosi sistemica, una rara patologia causata dall’accumulo anomalo di mastociti, con sintomi che spaziano da orticaria e dolori addominali fino all’anemia. Il farmaco, secondo le stime, potrebbe generare ricavi compresi tra 700 e 720 milioni di dollari nel 2025, con prospettive di vendita annuale attese intorno ai 2 miliardi dal 2030.
Per Sanofi, si tratta della più grande acquisizione dal 2018 e della maggiore del 2025 in ambito sanitario per un’azienda europea. L’operazione si inserisce nel piano più ampio guidato dall’amministratore delegato Paul Hudson, che ha già rivisto la strategia di ricerca e sviluppo della società e punta a rafforzare la presenza negli Stati Uniti, con un investimento previsto di 20 miliardi di dollari entro il 2030. Hudson ha inoltre ribadito la volontà di proseguire la strategia di crescita per linee esterne, dichiarando che Sanofi dispone ancora di ampie risorse per nuove acquisizioni future.
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