Squinzi: “Scommettiamo sull’impresa”. Cinque sfide per il Sud

Per il presidente di Confindustria l’economia italiana risentirà dell’allerta terrorismo, ma i segnali positivi mostrano che la strada per uscire dall’impasse è l’imprenditoria

Per uscire dalla recessione, bisogna scommettere sull’impresa: è questa la direzione indicata dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, intervenuto all’assemblea degli industriali di Napoli. Pur riconoscendo le difficoltà economiche ancora presenti, nonché l’ulteriore ostacolo rappresentato dal terrorismo, Squinzi dichiara che «le scelte che sta operando il governo e una attuazione puntuale dei programmi comunitari sono i fondamentali di una strategia che, mettendo l’impresa al centro degli interventi, permetterà al Mezzogiorno quella trasformazione che tutti noi auspichiamo».

AL SUD UN BICCHIERE MEZZO PIENO. Il presidente ha inoltre spiegato che la posizione di Confindustria è quella di voler vedere il bicchiere del Meridione mezzo pieno, anziché mezzo vuoto, e questo non per sottovalutare i problemi esistenti. Solo infatti dall’analisi dei segnali positivi è possibile «vedere qual è la strada da percorrere, quella dell’impresa, l’unica forza che può portare il Sud e il Paese fuori dalla crisi», spiega Squinzi per poi puntualizzare: «In effetti i numeri negativi prodotti dalla crisi ci sono tutti e non possono essere trascurati, né negati. Il Pil meridionale del 2014 è di 50 miliardi inferiore a quello del 2008 e ci sono oltre mezzo milione di occupati in meno. Tuttavia in questi mesi abbiamo guardato non alle imprese che hanno chiuso i battenti, ma a quanti hanno superato la crisi. Così come abbiamo salutato positivamente l’aumento degli occupati al Sud (+120mila nella prima parte dell’anno), l’andamento positivo dell’export (+3,5% nello stesso periodo), la ripresa della natalità e il calo delle cessazioni delle imprese. Ed è molto positivo che, sia di pure di poco, il segno più torni a farsi vedere nelle previsioni per il 2016 relative all’economia del Mezzogiorno». In particolare a impensierire Confindustria sono i recenti sviluppi bellici: «La paura del terrorismo pesa sull’economia globale e anche quella italiana ne risentirà».

LE 5 SFIDE DEL SUD. Il presidente è poi passato ai fatti, indicando cinque sfide che l’Italia deve affrontare per trasformare il Meridione in una risorsa: occorrono un piano per la rigenerazione urbana di Napoli; un grande sforzo di integrazione a completamento della rete infrastrutturale; il rilancio del porto di Napoli; la valorizzazione economica del patrimonio culturale e un rinnovato impegno a favore della ricerca. La volontà di Confindustria è quella di «far emergere un piano concreto, fattibile e finalizzato ai risultati». Infine, per quanto riguarda le politiche pubbliche, Squinzi invita a integrare la legge di stabilità con misure per rilanciare gli investimenti al Sud. Credito di imposta in primis, poiché si tratta di «una misura che va a beneficio di tutto il paese se è vero che il 40% di ciò che viene investito al Sud si trasforma in acquisto di beni e servizi per le altre aree del paese. Abbiamo anche condiviso l’idea di chi, come il ministro Delrio, invita a interpretare la politica infrastrutturale in funzione delle esigenze del tessuto produttivo».

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