Una forbice compresa tra i 4 e gli 8 miliardi con l’obiettivo di scongiurare il pericoloso aumento dell’Iva di due punti a ottobre, che potrebbe incidere negativamente su consumi ridotti all’osso, ma non solo: tra le priorità del governo ci sono anche i terremotati dell’Emilia e gli esodati. Inizia la settimana decisiva della spending review, il piano dei tagli allo studio del governo Monti per contenere la spesa pubblica dello Stato. In serata è atteso un vertice tra i ministri per decidere la portata e i tempi delle misure (si potrebbe procedere con un pacchetto unico o in due tempi), mentre per la mattina di martedì 3 luglio, l’esecutivo incontrerà Parti sociali ed Enti locali per illustrare il provvedimento; venerdì 6 per l’inizio della prossima settimana i provvedimenti della spending review dovrebbero essere varati sotto forma di decreto legge. DOVE SI TAGLIA. I tagli/risparmi guardano al settore della sanità, del pubblico impiego e, forse, anche società controllate da Enti locali e Province. Secondo indiscrezioni riportate dall’agenzia di stampa Asca, il governo potrebbe proporre il taglio del 10% degli organici di ministeri e amministrazioni centrali (20% per i dirigenti). I lavoratori in esubero dovrebbero essere avviati alla mobilità (due anni all’80% dello stipendio) con il rischio di ritrovarsi senza lavoro in caso di mancata ricollocazione. Per evitare la reazione dei sindacati – già sul piede di guerra – allo studio ci sarebbero misure per attenuare l’impatto dei tagli come la possibilità di accesso alla pensione per coloro che maturano i vecchi requisiti entro il 2014. Si tratterebbe di un anticipo dell’andata in pensione compensato – dal punto di vista del risparmio – dal rinvio della liquidazione che verrebbe versata solamente al conseguimento del diritto alla pensione con le regole attuali.La maggior parte dei tagli arriverà dal piano messo a punto dal commissario Enrico Bondi (leggi di più), ma altre misure riguarderanno gli immobili pubblici con la razionalizzazione e il congelamento dei canoni di affitto, oltre a società ed enti pubblici per i quali è prevista la soppressione o il ridimensionamento dei vertici. Per quanto riguarda gli enti locali, si prevede l’istituzione delle aree metropolitane che dovrebbe portare all’ abolizione della maggioranza delle Provincie.
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