Il Pil pro-capite dell’Italia cresce ancora e raggiunge un risultato importante, raggiungendo quello della Francia. È successo nonostante l’economia del nostro Paese sia più lenta rispetto ad altre realtà europee. Questo è quanto ha reso noto la Commissione dell’Unione, sottolineando come abbia eliminato il gap che nel 2020 era del 10,1% e nel 2015 pari all’8,8%. Inoltre il divario con la Germania si è più che dimezzato: dal 24,3% di cinque anni fa al 13,9% di oggi. Pure la distanza rispetto alla media dell’Eurozona è diminuita, passando dal 10,7% del 2020 al 5,9%.
I fattori che incidono sul Pil
L’aumento del tasso di occupazione è stato determinante. Inoltre, fra nord e sud, cambia la dinamica dei prezzi e nel Meridione è più moderata che al Settentrione. Questo vuol dire che, rispetto agli altri Stati membri, l’Italia ha un numero maggiore di cittadini che hanno accesso a beni che costano meno.
A incidere è anche la decrescita demografica, motivo per cui – se si suddivide il Pil per il numero degli abitanti – il dato cresce perché diminuisce il denominatore. Tuttavia, questo non si traduce automaticamente in una crescita economica.
L’analisi dell’Istat
Il Prodotto interno lordo per abitante oggi è più basso di quasi sei punti percentuali rispetto alla media dell’Eurozona, mentre nel 2005 era in linea con il dato europeo. Inoltre, secondo i dati Istat, nel periodo 2000-2024 “la popolazione residente in Italia è aumentata del 3,6 per cento, con una riduzione negli anni più recenti e il Pil pro capite in volume del 5,5 per cento. In Francia e Spagna, la struttura per età meno anziana e la maggiore attrattività migratoria hanno determinato aumenti della popolazione assai più elevati, attenuando il divario dell’Italia con questi paesi in termini di Pil pro capite”.
Un altro dato importante riguarda il Pil per occupati, che è inferiore rispetto non soltanto a quello francese, ma anche a quello tedesco. Si tratta di un parametro per comprendere il livello di produttività dell’economia del Paese.
“Nonostante la performance economica molto più modesta e la contrazione della popolazione tra i 15 e i 64 anni, diminuita in Italia e Germania del 2,5% e del 3,9% rispettivamente, e cresciuta in Francia e Spagna del 6,2% e del 16,9%, in Italia la dinamica dell’occupazione interna stimata stata comparabile a quella di Francia e Germania”, questo è quanto emerge dal rapporto dell’Istituto di statistica, che specifica però che “per conseguenza, in Italia il Pil per occupato nello stesso periodo si è ridotto del 5,8 per cento, mentre nelle altre principali economie è cresciuto approssimativamente tra l’11% e il 12%”.
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