La Cina rallenta la sua corsa: il suo Pil cresce “solo” del 6,5%

Gli sforzi del partito comunista per ridurre il rischio del debito e l’impatto dei dazi imposti dagli Usa frenano l’economia nazionale. Ma di poco

Incredibilmente, la Cina rallenta la sua corsa. Per la prima volta dall’inizio del 2009, nel pieno della grande crisi finanziaria globale, il suo Pil non aumenta oltre il 6,5%. In realtà, le prime avvisaglie si sono manifestate già nel trimestre aprile-giugno, quando la crescita sullo stesso periodo del 2017 era stata “solo” del 6,7%. Nelle ultimissime settimane, però, c’è stato un ulteriore rallentamento, con un calo dello 0,2% che comunque non preoccupa gli analisti. L’economia della Repubblica popolare cinese, infatti, ha più che raddoppiato il suo Pil negli ultimi anni, passando da 5.100 miliardi di dollari del 2009 ai 12.200 del 2017. Oltretutto, il governo cinese aveva fissato un obiettivo di crescita per l’intero 2018 al 6,5% ed è ormai certo che sarà raggiunto. Ma per quali ragioni si è verificata questa brusca frenata? Innanzitutto per gli sforzi che il partito comunista sta compiendo per ridurre il rischio del debito. In secondo luogo, per l’impatto dei dazi imposti dagli Usa, che però si sentirà più sui dati del quarto trimestre. In ogni caso, non si tratterà di nulla di tragico, considerato che nel 2017 l’export della Cina verso gli Stati Uniti solo il 4% del suo Pil.

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