L’Ops Unicredit-Banco Bpm si può fare: si è pronunciato in merito la Dg Comp, l’Antitrust europeo. Tuttavia ci sono alcune condizioni da rispettare, legate all’ipotetico rischio di sovrapposizioni su alcune aree locali.
Fra i veti imposti dall’Ue , coinvolta dato che il gruppo ha il 65% del suo attivo fuori dall’Italia, c’è quello di vendere 209 filiali. La Dp Comp ha anche rifiutato l’invito dell’authority italiana di valutare l’acquisizione perché “non vi sono ragioni convincenti che giustifichino il rinvio del deal all’Italia”.
I dettagli della decisione della Dg Comp
Non sono state riscontrate “preoccupazioni in merito a possibili rischi di coordinamento nel mercato bancario italiano, a causa della sua natura frammentata e competitiva, della scarsa trasparenza dei prezzi al consumo e del limitato monitoraggio da parte dei concorrenti”, ha specificato il garante comunitario.
L’Ops Unicredit-Banco Bpm, secondo l’Antitrust europeo, potrebbe fare nascere problemi di concorrenza nei mercati dei depositi e dei prestiti sia per i consumatori al dettaglio che per i servizi alle pmi. È stata riscontrata una forte sovrapposizione fra le attività e le filiali in 181 aree locali. La Commissione temeva che i due istituti bancari avrebbero potuto acquisire un potere di mercato eccessivo, che “avrebbe potuto portare a prezzi più elevati e a una riduzione della concorrenza”. A livello regionale, invece, non ci sono ostacoli per i servizi bancari large corporate, dato che diversi altri concorrenti rimarrebbero attivi sul mercato dopo l’operazione.
Andrea Orcel si è impegnato a cedere 209 filiali, pari al 14% dell’intera rete di Banco Bpm, soprattutto su Verona, Alessandria, Modena e Catania.
Il golden power italiano
La Dg Comp non si è espressa sul golden power che il Governo Meloni ha imposto a Unicredit. La questione verrà affrontata in un secondo momento, nell’ambito della procedura prevista dall’articolo 21 del regolamento sulle concentrazioni.
Il golden power è sotto osservazione nell’Eu Pilot, un dialogo in corso da aprile tra la Dg Servizi Finanziari e l’Italia, che ha uno fine simile a quello dell’articolo 21. Tuttavia la risposta potrebbe non arrivare entro la conclusione dell’operazione, prevista per il 23 luglio 2025, visto che l’Eu Pilot ha una durata media di nove mesi. La decisione della Dg Comp potrebbe essere più veloce, ma comunque arrivare in ritardo.
“Esprimiamo la nostra preoccupazione per le conseguenze dell’operazione sul modello di business adottato dalla nostra banca, vicino da sempre all’economia reale e alle imprese e famiglie dei nostri territori – ha detto Giuseppe Castagna, Ceo di Banco Bpm – Come rilevato da imprenditori, associazioni di categoria, sigle sindacali e amministratori locali, la cessione di 209 filiali in alcune delle aree territoriali più rilevanti del Paese dove opera il nostro gruppo potrebbe avere delle ricadute anche significative sull’erogazione dei servizi alla clientela oltre che occupazionali”.
Sull’Ops ha ribadito il suo pensiero circa il fatto che si tratti di “un’offerta non adeguata, che non riconosce alcun premio, che è sempre stata a sconto e che crea valore solo per gli azionisti Unicredit a discapito dei nostri azionisti. A tal fine, si segnala che all’ultimo giorno prima della sospensione dell’offerta, le adesioni si attestavano a circa lo 0,0180%”.
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