Mv Agusta torna indipendente: Sardarov riprende il controllo

Art of Mobility riacquista il 100% del marchio dopo l’uscita di Ktm. Ora l’obiettivo è tornare alla crescita, puntando su rete commerciale, nuovi modelli e un possibile rientro nelle corse

Mv Agusta torna tutta italiana: Sardarov riprende il controllo

Dopo due anni di collaborazione, Mv Agusta volta pagina e torna completamente sotto il controllo dell’imprenditore Timur Sardarov, attraverso la holding Art of Mobility. Con il riacquisto del 50,1% delle quote detenute da Ktm, il marchio italiano delle due ruote riprende in mano il proprio destino, forte di una nuova squadra manageriale e una rinnovata strategia di crescita.

La partnership con il colosso austriaco – che nel 2024 ha registrato un calo di fatturato del 29,4%, fermandosi a 1,9 miliardi – si chiude con un bilancio misto. Ktm ha contribuito al rilancio della rete distributiva, che oggi conta 220 dealer finanziariamente solidi e contrattualmente strutturati. Tuttavia, come sottolineato da Sardarov, le sinergie sperate in ambito industriale, e in particolare nella supply chain, non si sono pienamente realizzate.

Nuovo assetto e obiettivi ambiziosi

Con la nuova fase di indipendenza, Luca Martin è stato nominato Ceo di MV Agusta Motor, dopo aver ricoperto i ruoli di Chief Operating Officer e Deputy Ceo. Filippo Bassoli resta Chief Brand & Marketing Officer, mentre Timur e Ratmir Sardarov continueranno a seguire l’azienda come membri non esecutivi del consiglio. Hubert Trunkenpolz, figura di spicco in Ktm, mantiene la presidenza del board.

La produzione nel 2025 è stata limitata a 4 mila unità, per consentire a Ktm di smaltire le scorte. Tuttavia, il break-even è considerato raggiungibile tra le 4-5 mila moto, con un fatturato previsto di 80 milioni di euro e un Ebitda positivo già per quest’anno. Il 2026 dovrebbe segnare il ritorno ai profitti.

Mv Agusta punta su identità e autonomia

Sardarov si dice convinto della solidità ritrovata del brand: “Ora siamo nelle migliori condizioni della nostra storia, con nuovi modelli, nuovi manager e una nuova rete”. L’indipendenza è vista non come una rinuncia ai partner, ma come un ritorno all’autenticità: “In termini industriali possiamo restare da soli. La nostra identità deve restare intatta”.

Il progetto di ritorno nel mondo delle corse, abbandonato dal 1977, è tuttora aperto: “Sarebbe importante per il brand e i fan. Potrebbe anche avvenire con un motore Ktm, ma ciò che conta è rientrare nel racing”, ha dichiarato Sardarov. L’Italia resta il primo mercato, seguito da Europa e Stati Uniti, dove le vendite si aggirano tra le 700 e le 800 moto l’anno, rendendo marginale l’impatto di eventuali dazi.

Nessun taglio è previsto sull’organico, attualmente di circa 200 persone, e dal 2026 si punta a nuove assunzioni. Quanto al prezzo pagato per rilevare le quote da Ktm, l’imprenditore ammette: “Giusto. Ma come in ogni negoziazione ben condotta, nessuna delle parti è completamente soddisfatta”.

“Mv Agusta è un simbolo di eccellenza italiana”, ha dichiarato il nuovo Ceo Luca Martin. E non si tratta solo di performance: “Le nostre moto emozionano, creano un legame con chi le guida. Non sono esclusive per il prezzo, ma per l’anima”.

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