Made in Italy, i 946 prodotti che salvano l’Italia

I beni del nostro Paese ai primi posti della classifica dell’export mondiale per un totale di 183 miliardi. Tra le eccellenze italiane le calzature, macchine e apparecchi per imballaggio, piastrelle, occhiali da sole, pasta, cuoio, barche e yacht

Sono esattamente 946 i prodotti italiani che occupano i primi tre posti nella classifica mondiale per saldo commerciale attivo con l’estero creando un attivo di 183 miliardi di dollari. A confermarlo, l’analisi della fondazione Symbola che ha presentato i risultati dello studio I.t.a.l.i.a.- Geografie del nuovo made in Italy realizzato in collaborazione con Unioncamere e Fondazione Edison. Secondo questa classifica, l’Italia è seconda solo alla Germania e precede la Corea del Sud e la Francia. Guardando la graduatoria, il nostro Paese vanta ben 235 prodotti al primo posto (per un valore di 63 miliardi di dollari), 390 prodotti al secondo posto (74 miliardi di dollari) e 321 al terzo (45 miliardi di dollari). Per quanto riguarda i settori, tra le eccellenze italiane in cima ci sono (in ordine): le calzature con suola in cuoio naturale, macchine e apparecchi per imballaggio, piastrelle di ceramica verniciate o smaltate (2,5 miliardi di dollari), borse in pelle e cuoio, occhiali da sole, pasta, cuoio, barche e yacht. Al secondo posto: vini e gli spumanti, rubinetti e valvole, i mobili in legno, le parti di turbine a gas, trattori agricoli, macchine per riempire e imbottigliare ed etichettare, navi da crociera, lavori in alluminio, caffè torrefatto, lampadari, mobili in legno per cucine e granito lucidato e lavorato. Al terzo vanno ricordati, tra gli altri, i divani e poltrone. “Nel mondo c’è una domanda di qualità che l’Italia sa intercettare”, ha commentato il presidente di Symbola, Ermete Realacci, “non a caso quando l’Italia fa l’Italia e scommette su innovazione, ricerca e green economy e le incrocia con bellezza, qualità, legame con i territori, con la forza del made in Italy, è un Paese forte capace di competere sui mercati internazionali”.

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