Lotta all’evasione fiscale, in Italia l’82% resta impunito

Secondo la Corte dei Conti, evasori agevolati da controlli rari e dalla convinzione che prima o poi arriverà una nuova sanatoria

Lotta all’evasione fiscale, in Italia l'82% resta impunito© Shuttertstock

I versamenti effettivi derivanti da controlli e accertamenti fiscali rappresentano una minima parte del totale. Secondo la Corte dei Conti, nel 2024 l’incasso reale ha toccato appena il 17,7% delle somme accertate, in calo rispetto al 20,7% del 2022. Lo evidenzia l’analisi allegata al Rendiconto generale dello Stato, pubblicata a fine giugno, che certifica come il sistema fiscale italiano sia strutturalmente inefficiente.

Controlli rari, riscossioni minime

Nel dettaglio, nel 2024 le entrate teoriche da accertamenti e controlli si sono attestate a 72,3 miliardi di euro, ma quelle effettivamente riscosse si sono fermate a 12,8 miliardi, e i versamenti si sono limitati a 12,4 miliardi. La parte peggiore riguarda le cartelle esattoriali, con un tasso di riscossione crollato al 3,1% rispetto al totale iscritto a ruolo.

La Corte dei Conti sottolinea come i controlli fiscali siano estremamente ridotti: nel 2024 sono state controllate appena 130 mila attività su oltre 9 milioni di contribuenti economici, pari all’1,4%. In alcuni settori si scende addirittura allo 0,3% (agricoltura), mentre in altri come costruzioni (1,7%) o attività finanziarie e assicurative (2,5%) si registrano tassi lievemente più alti. Anche gli indici sintetici di affidabilità non superano il 5% in nessun settore.

Il quadro descritto dalla Corte è preoccupante: molti contribuenti scelgono di non pagare contando su una futura rottamazione o su un ritardo nell’esecuzione dei pignoramenti. Lo dimostrano i dati sulla rottamazione-quater, dove 11,2 miliardi di euro relativi alle rate scadute nel 2023 e 2024 non sono stati versati. Secondo i magistrati contabili, molti aderiscono alle rottamazioni con l’unico obiettivo di rinviare l’obbligo di pagamento, senza l’intenzione reale di saldare il debito.

Controlli incrociati poco efficaci

Nel 2024 sono aumentati i controlli incrociati su acquisti di beni di valore, conti correnti e investimenti: 4.558 contro i 3.540 del 2023. Tuttavia, pur accertando imposte dovute per 248 milioni (contro i 176 milioni dell’anno precedente), la riscossione è crollata da 13,2 milioni a 5,1 milioni. Una contraddizione che la stessa Corte definisce inspiegabile.

Meglio chi paga spontaneamente

L’attività di accertamento mostra risultati migliori con i contribuenti disposti a regolarizzarsi spontaneamente. I ravvedimenti operosi, cioè i versamenti effettuati dopo lettere di compliance o controlli dell’Agenzia delle Entrate, hanno generato entrate per 4,5 miliardi. Le misure straordinarie come la pace fiscale o la definizione delle liti pendenti, invece, si sono fermate a 3,5 miliardi.

Lentezza e aspettative alimentano l’evasione fiscale

Il sistema fiscale italiano, secondo la Corte dei Conti, è lento, inefficiente e prevedibile. Con i ritmi attuali, sarebbe necessario oltre mezzo secolo per controllare tutte le attività economiche: servirebbero infatti 71 anni per completare il ciclo di verifiche. Una condizione che alimenta la certezza, tra gli evasori, di non essere mai realmente chiamati a pagare.

Resta sempre aggiornato con il nuovo canale Whatsapp di Business People
© Riproduzione riservata