In un quinquennio dominato da rivoluzioni tecnologiche e tensioni globali, alcune aziende sono riuscite non solo a resistere, ma a moltiplicare il valore per i propri azionisti. È quanto rivela il nuovo Value Creators Report 2025 di Boston Consulting Group (Bcg), che ha analizzato il rendimento totale per gli azionisti (Total Shareholder Return, Tsr) dal 2020 al 2024 e incorona i veri protagonisti della crescita. Nvidia si conferma al primo posto con un Tsr medio annuo dell’87%, grazie al boom dell’intelligenza artificiale che ha alimentato la domanda globale di potenza computazionale. Il colosso dei chip ha raggiunto una capitalizzazione di mercato di 3.288,8 miliardi di dollari.
A seguire Tesla, che ha registrato un Tsr del 70,6%, pur avendo subito un forte calo del valore in Borsa nel primo trimestre 2025 (-35,8%). Sul terzo gradino del podio si posiziona Arista Networks (54,0%), anch’essa penalizzata da un calo recente (-29,9%). Chiudono la top five Broadcom (53,2%) e il gruppo cinese Byd (49,1%), il primo player cinese nella graduatoria, protagonista nell’industria automobilistica elettrica.
La top 10 della Value Creators Report 2025
Scorrendo la top 10, si notano anche nomi di rilievo in settori strategici. CrowdStrike e Palo Alto Networks rappresentano il software e la cybersecurity con Tsr rispettivamente del 46,9% e 36,4%. Il settore farmaceutico piazza Eli Lilly (44,3%), mentre nel comparto finanziario si distinguono Kkr (39,8%) e Apollo Global Management (32,1%), attivi nell’asset management. Hitachi (36,3%) chiude le prime dieci posizioni, portando in alto il Giappone e il suo modello multi-business.
Complessivamente, nonostante le fluttuazioni recenti sui mercati, ben 38 aziende tra le 50 in classifica si sarebbero confermate anche considerando le performance fino al marzo 2025. Un segnale forte della resilienza strutturale di questi leader globali.

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Da dove vengono le aziende che creano maggior valore al mondo
Uno dei dati più impressionanti del report riguarda la provenienza geografica di queste aziende: 68 delle 100 aziende top provengono dalla regione Asia-Pacifico, di cui 29 solo dall’India. Gli Stati Uniti mantengono comunque un ruolo importante con 28 aziende presenti, ma in calo rispetto alle 38 del 2024. Al contrario, l’Europa arretra pesantemente, con solo tre aziende nella top 100 contro le nove dell’anno precedente. In 19 dei 35 settori analizzati, nessuna azienda europea figura tra le prime dieci. Le poche eccezioni si trovano in comparti tradizionalmente forti per il continente: farmaceutica, banche, media, pubblicità e luxury fashion.
Nessuna azienda italiana compare tra i primi 100 Value Creators globali. Tuttavia, il report Bcg segnala la presenza di alcune eccellenze italiane nei ranking settoriali, soprattutto nel comparto fashion & luxury, da sempre fiore all’occhiello del Made in Italy. Il limite, tuttavia, restano le dimensioni, che impedisce a molte aziende italiane di competere a livello globale in termini di capitalizzazione, internazionalizzazione e ambizione.
I settori più redditizi
A livello settoriale, l’hardware tecnologico avanza rapidamente, spinto dalla crescita dell’AI, mentre il software e i componenti elettronici mostrano un rallentamento. Settori tradizionalmente meno protagonisti, come auto, oil & gas, costruzioni, metallurgia e difesa, vedono invece un miglioramento nel Tsr, segno di un rinnovato interesse da parte degli investitori. Male, invece, la sanità, in particolare la farmaceutica, che precipita alla 29esima posizione su 35 settori analizzati.
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