Il petrolio cala, il prezzo della benzina no: rischio speculazione?

I prezzi del greggio scendono sotto i 70 dollari al barile, ma quelli dei carburanti restano alti. I consumatori protestano, il governo indaga

Il petrolio cala, il prezzo della benzina no: rischio speculazione?© Getty Images

Mentre i mercati finanziari brindano a una momentanea distensione nel conflitto tra Iran e Israele, con Wall Street e le Borse europee in rimonta, gli automobilisti italiani restano a secco… di buone notizie. Il prezzo del petrolio Brent è sceso sotto i 70 dollari al barile, ben lontano dagli 80 dollari toccati la scorsa settimana, ma i prezzi della benzina alla pompa continuano a salire o, nella migliore delle ipotesi, restano fermi.

Una situazione che ha il sapore della beffa: le quotazioni della materia prima sono in caduta libera, ma quelle dei carburanti sembrano dotate di ammortizzatori solo in salita. Le rilevazioni del ministero, elaborate da Staffetta Quotidiana su 18 mila impianti, indicano che il prezzo medio della benzina self service è stabile a 1,748 euro al litro, mentre quella servita è salita a 1,931 euro. Ancora peggio il diesel, rincarato di due centesimi sia in modalità self che servito, complice un adeguamento deciso da Eni.

I consumatori, in fermento per questa ‘elasticità selettiva’, sono passati all’azione. Dopo l’intervento del Codacons, è stata l’Unione nazionale dei consumatori a presentare un esposto all’Antitrust. L’accusa? Speculazione. Il prezzo alla pompa, sostengono, non riflette il ribasso del greggio e ignora persino lo ‘sconto’ sulle accise introdotto di recente dal governo (valido per la benzina ma non per il diesel, dove le imposte sono invece salite). Dall’altra parte della barricata, la filiera dei carburanti respinge ogni accusa. Assopetroli prima, Figisc poi, difendono la coerenza dei prezzi con l’andamento delle quotazioni all’ingrosso dei carburanti raffinati, giudicati un indicatore più rappresentativo rispetto al greggio.

Una versione confermata anche dalle analisi settimanali di Staffetta Quotidiana. A cercare di fare chiarezza, almeno sulla carta, sarà oggi la Commissione di allerta rapida sui prezzi, istituita nel 2023 dal governo Meloni con il decreto Trasparenza. Convocata dal ministro delle Imprese Adolfo Urso e presieduta dal Garante dei prezzi, la Commissione ha il compito di verificare eventuali anomalie nei rincari. Ma tra poteri teorici e prove difficili da raccogliere, la possibilità di un intervento sanzionatorio resta un miraggio.

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