Per 7 giovani su 10 il lavoro del futuro è fare impresa

I risultati dell’Osservatorio sulle nuove generazioni realizzato dai Giovani Imprenditori di Confcommercio. Per oltre il 40% dei giovani, si avrà sempre di più la libertà di scegliere dove e come lavorare, ma si esclude l’idea di full smart working

Un mercato del lavoro più dinamico, dove si resterà nella stessa azienda solo per pochi anni, ma con maggiore flessibilità. È la fotografia del mercato del lavoro del futuro, che emerge dai risultati dell’Osservatorio sulle nuove generazioni realizzato dai Giovani Imprenditori di Confcommercio con la collaborazione di OneDay e il sostegno di Meta. Attraverso un’indagine che ha coinvolto più di 600 tra imprenditori, studenti e lavoratori di età compresa tra i 18 e 35 anni, sono state delineate le aspettative nei confronti del lavoro. In particolare, per il 70% degli intervistati la carriera ideale sarà quella da libero professionista o da imprenditore, sintomo del fatto che nelle nuove generazioni sta crescendo sempre di più l’idea di un lavoro gestito in autonomia. Quasi un giovane su due (43%), infatti, crede che nei prossimi anni il lavoratore avrà sempre più libertà di decidere quando, dove e come lavorare, per favorire un equilibrio tra lavoro e vita privata. L’idea di full smart working si conferma poco allettante per quasi la totalità dei rispondenti.

Più di un intervistato su quattro (28%) ritiene che la settimana corta, già presente in molti Paesi, prenderà sempre più piede, con quattro giorni di lavoro e tre di pausa. Per quasi sei giovani su dieci in futuro si cambierà spesso lavoro e si rimarrà nella stessa azienda solo per pochi anni. Anche la trasformazione delle modalità e degli spazi di lavoro ha subito una forte accelerazione: il futuro del lavoro è ibrido per il 70% degli intervistati.

Lavoro: i settori a rapida evoluzione

Dall’indagine emerge che i settori che cambieranno di più in futuro saranno il commercio, i servizi alle persone e i servizi alle imprese; quelli che subiranno meno variazioni secondo gli intervistati sono invece la ristorazione, l’agricoltura e i trasporti anche se spesso il tempo smentisce le previsioni: basti pensare quanto si è innovato il settore della ristorazione durante la pandemia. Sono tre i settori che vedranno un’esplosione di nuove professioni nei prossimi dieci anni: quello informatico/tecnologico, quello del marketing e della pubblicità e i green job (i lavori legati alla sostenibilità).

Le aspettative nei confronti del lavoro del futuro vanno, dunque, in una direzione di flessibilità, di centralità dei bisogni e dei ritmi della persona. L’innovazione tecnologica aiuterà il mondo del lavoro a essere sempre più smart senza escludere la necessità di lavorare vicini al proprio team per poter costruire, oltre a una carriera, un ambiente di lavoro positivo e di condivisione in un’ottica di incentivazione dell’innovazione e della crescita aziendale.

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