Fisco ed evasione, i settori con meno controlli e ispezioni in Italia

Fisco, i settori con meno controlli e ispezioni in Italia© Shutterstock

Nonostante lo sviluppo tecnologico, il Fisco fatica ancora a combattere l’evasione: ci sono oltretutto dei settori maggiormente fuori controllo. A renderlo noto è l’ultimo rapporto sulle entrate dello Stato, fatto dalla Corte dei Conti. Su 72,3 miliardi di irregolarità accertate nel 2024 sono stati versati appena 12,8 miliardi di euro, pari al 17,7% del dovuto totale. Stando ai dati, la riscossione delle cartelle esattoriali, nel 2024, non ha superato l’1,3 miliardi di euro a fronte dei 40,7 accertati dall’Agenzia delle Entrate.

Gli esperti sostengono che le ragioni di questo flop siano due. In primis, i contribuenti che hanno pendenze con il Fisco ripongono “radicate aspettative di successive rottamazioni”. In secondo luogo, si pensa di poter “eludere la successiva azione esecutiva”. “Mediamente le riscossioni delle imposte richieste a seguito di comunicazioni di irregolarità (non annullate) sembrano costituire poco più del 16% totale richiesto – ha spiegato la Corte dei Conti – Si tratta, dunque, di una percentuale alquanto limitata degli importi complessivamente dovuti e non versati: le cause di tale fenomeno dovrebbero formare oggetto di attenta analisi”.

I dettagli sul Fisco e la difficoltà a contrastare l’evasione

La tendenza all’evasione è ormai in atto da alcuni anni. Nel 2021 per esempio, l’ente di riscossione ha contattato per irregolarità relative all’imposta sui redditi circa 2,1 milioni di contribuenti e/o persone fisiche. Degli oltre 4 miliardi e mezzo di euro di importi dovuti, i versamenti si sono fermati a quota 448 milioni, che rappresenta meno del 10% di quanto dovuto.

La situazione non migliora per le società di persone, in regola sul 60% dei versamenti. Delle oltre 50 mila comunicazioni di irregolarità inviate, pari a 53 milioni di imposte pendenti, risultavano saldati 4 milioni e mezzo di euro: soltanto l’8,42%. Sulle società di capitali, la Corte dei Conti ha rilevato un bassissimo tasso di irregolarità, intorno al 7%, per il periodo d’imposta 2021. Meno di una attività su dieci, tuttavia, ha versato al Fisco il dovuto sulle dichiarazioni contestate, pari a 2,1 miliardi di euro. Anche l’Iva è nel mirino del Fisco, che denuncia alcuni settori dove i controlli sono più difficili. Delle comunicazioni inviate dall’Agenzia, circa 1,4 milioni, per un totale di 9,6 miliardi, sono stati versati circa 1,7 miliardi, il 17,26% del dovuto.

Secondo l’analisi sulle entrate pubbliche della Corte, ogni anno solo un’azienda su 71 viene sottoposta a controlli sostanziali da parte del Fisco. “Risulta dunque del tutto evidente come le probabilità di essere concretamente soggetti a controllo siano molto ridotte”, ha spiegato la Corte dei Conti.

Dall’agricoltura ai servizi: sono diversi i settori che non vengono sottoposti a visite frequenti. Fra questi ci sono anche il commercio e la ristorazione, la sanità e l’intrattenimento. Si parla, di controlli che in media vanno dall’1,3% all’1,7%. Infine, le aziende più piccole che sono sottoposte agli Isa, gli indicatori di affidabilità, vedono un controllo su 20 nel settore delle costruzioni e uno su 50 in quello immobiliare.

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