Export europeo verso Usa e Cina: effetto dazi 

Export europeo verso Usa e Cina: effetto dazi di Trump© Shutterstock

L’export europeo è in calo verso Usa e Cina. Questi sono i dati Eurostat relativi al mese di giugno 2025. Si tratta di decrementi superiori al 10%. Sono gli effetti provocati dai dazi imposti del presidente Trump. In termini economici, è una perdita pari a 40,2 miliardi di euro e del 10,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. L’import, invece, segna 30,6 miliardi di euro, con una variazione annua del 16,4%. Il saldo della bilancia commerciale si attesta pertanto a 9,6 (mentre nel 2024 era 18,5).

Non va meglio per le esportazioni Ue verso la Cina che scendono a 16,9 miliardi, registrando un -12,7%), mentre le importazioni salgono a 46,4, tradotto: +16,6% in un anno, con un saldo negativo di 29,5 miliardi di euro. I numeri arrivano dopo quelli di Ferragosto sul Pil, dai quali emerge soltanto un marginalissimo aumento della zona Euro, appena lo 0,1% nel secondo trimestre del 2025 rispetto al trimestre precedente. Nei primi tre mesi dell’anno la crescita del Pil era stata dello 0,5%.

La situazione in Europa

Al momento, per la bilancia commerciale in Europa non ci sono segnali di recupero attraverso l’incremento delle esportazioni in altri Paesi. Nel complesso, a giugno, si è registrato un surplus di 7 miliardi di euro negli scambi di beni con il resto del mondo: i diminuzione rispetto ai 20,7 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente.

A maggio 2025, il saldo della bilancia commerciale dell’area euro era pari a 16,5 miliardi. Il calo, secondo l’Eurostat, è stato determinato “principalmente da una diminuzione dell’eccedenza di prodotti chimici e correlati, scesa da 24,4 miliardi di euro a 15,1 miliardi”. Da gennaio a giugno 2025, l’area dell’euro ha registrato un avanzo di 93,3 miliardi, in contrazione rispetto ai 102 miliardi del dello stesso periodo del 2024.

Ue, i settori produttivi sono in crisi

L’export europeo verso Usa e Cina diminuisce e i settori produttivi si trovano in difficoltà. Nel secondo trimestre 2025 il numero dei fallimenti cresce dell’1,7% rispetto al periodo precedente. Il nostro Paese è al sesto posto, con un aumento del 10,7%. Ai primi posti ci sono la Lettonia, con un +70.7%; Cipro con un +66.8% e Slovacchia che registra un +20.1%.

Sul fronte nuove iscrizioni, l’Italia registra un calo di quasi cinque punti percentuali, contro un aumento medio rilevato nell’Unione del 4,6% e del 5,6% nell’area dell’euro, rispetto al primo trimestre del 2025.

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