Credito alle imprese: più che raddoppiate le richieste da inizio lockdown

Solo 15 miliardi su 60 di fabbisogno potranno essere coperti dai flussi di cassa. Impennata delle richieste alle società di factoring

Le imprese italiane hanno voglia di ripartire. Un chiaro segnale che arriva dal numero di richieste di credito presentate nelle ultime settimane rispetto a quella compresa tra il 9 e il 15 marzo, quando sono entrate in vigore le misure di lockdown per contenere la diffusione del Covid-19. In base alle elaborazioni effettuate sul Eurisc – il sistema di informazioni creditizie gestito da Crif – nella settimana del 27 aprile-3 maggio si è registrata un’impennata di richieste di credito pari al 290%, del 247% e del 249% nelle due settimane successive.Una domanda inevitabile, soprattutto se si pensa che – secondo una recente analisi condotta da Crif Retings – il 37% delle imprese si sta trovando ad affrontare questa fase di emergenza partendo da situazioni di liquidità già delicate, mentre un ulteriore 7% non ha particolari margini di manovra, determinando un fabbisogno di liquidità pari a 60 miliardi di euro, di cui solo 15 miliardi potranno essere coperti dai flussi di cassa.

Riguardo all’andamento delle richieste di credito presentate dalle imprese italiane nelle ultime 10 settimane, dal grafico qui sopra si evince come nelle prime settimane, a seguito del blocco del Paese, si sia registrata una frenata, più o meno accentuata a seconda delle diverse forme tecniche considerate, cui è seguita una sostanziale stabilizzazione dei volumi per alcune settimane, con le imprese che hanno adottato un atteggiamento prudente in attesa anche di più chiare disposizioni da parte del Governo sulle iniziative disposte per favorire la ripresa. A partire dalla settimana del 20 aprile, però, si registra una brusca inversione di tendenza che porta a una impennata delle richieste presentate agli istituti di credito, con volumi ben al di sopra di quelli pre-lockdown.

Un altro dato interessante, si sottolinea nell’analisi prodotta da Crif, riguarda la tipologia di intermediario finanziario al quale le imprese si sono maggiormente rivolti in queste settimane. Nello specifico, anche nelle settimane immediatamente successive al lockdown le banche maggiori, quelle minori e i Confidi hanno mostrato volumi di richieste non troppo dissimili da quelli considerati nella settimana indice, ritornando sui valori precedenti abbastanza velocemente e arrivando a superarli abbondantemente nelle ultime quattro settimane. Decisamente più graduale e articolato il percorso di recupero evidenziato dalle società di renting, dalle finanziarie auto e, soprattutto, dalle società finanziarie e da quelle di leasing, con queste ultime due che ancora mostrano un gap rispetto alla settimana indice seppur con volumi in costante recupero.Il dato realmente eclatante è però quello relativo alle società di factoring, che dopo aver fatto registrare un picco di richieste nelle due settimane successive al lockdown cui era seguito un picco negativo tra il 6 e il 14 aprile, nelle ultime due settimane osservate hanno evidenziato volumi pari rispettivamente 649% e 895% rispetto alla settimana indice.

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