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Consumi bloccati dal Coronavirus: in Italia vendite a marzo a -79%

Il peggior trend del mese registrato dalla Lombardia, seguita da Toscana ed Emilia Romagna. L’analisi dell’Osservatorio permanente di Confimprese-EY sull’impatto del Covid-19

L’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food elaborato da Confimprese-EY, evidenzia il forte impatto del Covid-19 sulle nostre vite. Se gennaio e febbraio avevano registrato dati in linea con quelli del 2019, a marzo – con il lockdown – le vendite hanno inevitabilmente segnato un -79%, un risultato che porta il trimestre a chiudere in flessione del -26% rispetto allo scorso anno.

Coronavirus: abbigliamento e accessori il settore più colpito

Dall’analisi, effettuata monitorando 623 aree commerciali, 45 insegne e oltre 4.400 punti vendita in 20 Regioni, 111 Province e 865 Comuni, emerge come il crollo delle vendite di marzo abbia interessato in maniera differenziata i settori con abbigliamento e accessori che hanno registrano il trend peggiore (-82%), seguito da food&beverage (-78%) e non food (-74%). Questi trend sono legati in parte al fatto che alcuni operatori hanno potuto continuare le attività con un minimo di operatività durante il lockdown, oltre che a un orientamento del consumatore verso l’acquisto di beni di più immediata necessità.

Consumi: a marzo 2020 in Lombardia -83%

Su base geografica il calo è abbastanza simile nelle quattro macro-aree e in tutte le regioni italiane, calo che si pensa sarà destinato a persistere date le nuove disposizioni del governo. La Lombardia è la regione che ha registrato il peggior trend nel mese di marzo (-83%), seguita da Toscana (-80,9%), EmiliaRomagna (-80,5%) e Veneto (-80%). Il Nordovest registra un -81%, trainato in particolare dalla Lombardia (-83%) e dalle province più colpite dal virus: Milano (-83%), Monza Brianza, Bergamo e Brescia (-85%). Variabili tra -75 e -80% i trend delle altre grandi province italiane. Risultati un po’ meno penalizzanti si registrano nel sud Italia con Napoli a -18% e Palermo a -20% per cento. Si tratta di andamenti differenziali di oltre dieci punti percentuali, in parte guidati da migliori trend del Sud rispetto al resto della Penisola a gennaio e febbraio.

“Prepararsi da subito per la fase 2 diventa fondamentale”, sottolinea Paolo Lobetti Bodoni, Business Consulting leader di EY Italy. “Per guidare le vendite sarà necessario pensare a nuove modalità di interazione del consumatore con il canale fisico e online, come l’organizzazione di punti vendita, e-commerce e food delivery. Il canale digitale si conferma quindi un elemento fondamentale per continuare a sostenere il business e la customer relationship”. Se già nella prima fase dell’emergenza l’online ha avuto davanti a sé una strada libera da intralci, sembra che anche per quelle successive possa continuare a mantenere un livello alto nelle abitudini di acquisto dei consumatori.

“Resta da capire”, aggiunge Mario Maiocchi, consigliere delegato Confimprese, “cosa ci si possa aspettare nella fase 2 del post- emergenza sia per verificare gli impatti di Covid-19 sui livelli di fatturato sia, soprattutto, per identificare i cambiamenti nei modelli di consumo e le opportunità di business accanto alle ovvie criticità. Ci troveremo a fare i conti con un mercato sostanzialmente diverso e solo gli operatori che sapranno cogliere rapidamente e cavalcare i cambiamenti potranno uscire indenni, ove non anche rafforzati, da questa crisi. Per cogliere appieno tali opportunità, saranno necessari investimenti su cui si auspica un concreto supporto da parte del governo.

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Un centro commerciale di Bologna, chiuso per l'emergenza Coronavirus (foto Getty Images)