Le banche stanno subendo una profonda trasformazione, anche grazie alla digitalizzazione che rende molto più semplice e immediata una serie di operazioni senza bisogno di sportelli e filiali fisiche. Sono proprio queste realtà a essere sempre più rare sul territorio nazionale, un dato che però mette in difficoltà 13 milioni di italiani che ancora necessitano dei servizi più tradizionali. Si chiama desertificazione bancaria e ha numerose conseguenze.
A renderlo noto è un’analisi del Centro Studi Uilca Orietta Guerra. Il dato maggiormente significativo riguarda tutte quelle persone che vivono nelle aree interne e che hanno difficoltà ad accedere ai servizi bancari. La motivazione di questa tendenza è legata anche a dinamiche demografiche come l’emigrazione interna dalle zone rurali verso le città e l’invecchiamento della popolazione, che modificano il mercato del lavoro e le abitudini di consumo, ridisegnando il tessuto sociale del nostro Paese.
Desertificazione bancaria, le aree a rischio
L’anno scorso le banche hanno visto un’importante riduzione di sportelli e filiali fisiche. Si parla di 101 unità in meno rispetto al 2023. Su un totale di 614 chiusure in Italia, ben 135 hanno interessato le aree interne. Di contro, le nuove aperture sono state solo 108 a livello nazionale, e appena 34 di queste sono avvenute nelle medesime zone. Secondo gli esperti la desertificazione bancaria dipende dallo spopolamento dei territori, un fenomeno in atto da tempo ormai.
Alla fine del 2024, il numero di comuni senza una filiale bancaria era di 3.380, coinvolgendo circa 4,6 milioni di residenti. La situazione è peggiorata con la chiusura, nello stesso anno, di 49 sportelli che rappresentavano l’unica presenza bancaria in altrettanti Comuni delle aree interne. Il totale è quindi aumentato, portando a 1.980 i Comuni privi di servizi bancari fisici e a più di 2 milioni di persone isolate. Questo ha avuto conseguenze notevoli sia sul piano economico che su quello sociale.
Altri studi confermano la tendenza
A confermare i dati è stato anche un report di Unimpresa, che ha indicato come, al 31 dicembre 2024, gli sportelli bancari si siano attestati a 19.655, in calo di 505 unità rispetto al 2023, pari a due punti percentuali e mezzo. Si tratta della diretta conseguenza della razionalizzazione della rete fisica a favore della digitalizzazione e della consulenza che interessano i grandi gruppi bancari.
È stato rivelato, invece, un notevole aumento dei promotori finanziari, pari al 15%, mentre continua la chiusura progessiva degli ATM, gli sportelli automatici, e dei terminali POS. In controtendenza è BancoPosta, che rafforza la propria rete con un lieve incremento di sportelli e bancomat. In generale sono stati eliminati 1.831 ATM, mentre Poste Italiane li ha incrementati di 247 unità (+3,1%), confermando il proprio ruolo di presidio nei territori.
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