Cresce il mercato Iot in Italia, ma l’assenza di incentivi frena l’industria

Il fatturato del settore – quasi 9 miliardi di euro – trainato soprattutto da smart car e applicazioni Iot nel mondo dell’utility. I risultati dell’analisi dell'Osservatorio Internet of Things

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Non si arresta la corsa del mercato italiano dell’Internet of Things (Iot). Nel 2023 ha raggiunto un valore di 8,9 miliardi di euro, in crescita del 9% rispetto al 2022. Tra i diversi ambiti, la fetta più grande del mercato è rappresentata dalla Smart Car, con un fatturato di oltre 1,5 miliardi di euro, 18% del totale. Al secondo posto, le applicazioni IoT nel mondo utility (Smart Metering e Smart Asset Management) con 1,38 miliardi di euro (+1%). Sono alcuni dei risultati che emergono dalla ricerca dell’Osservatorio Internet of Things che vede come capofila la School of Management del Politecnico di Milano.

Iot in Italia: 2,4 oggetti connessi per abitante

Gli oggetti connessi attivi in Italia sono 140 milioni, poco più di 2,4 per abitante. A fine 2023 si contano 41 milioni di connessioni IoT cellulari (+5% rispetto al 2022) e 100 milioni di connessioni abilitate da altre tecnologie di comunicazione (+17%). Parallelamente, l’offerta di soluzioni IoT continua a evolvere, con un numero crescente di aziende in grado di raccogliere grandi quantità di dati dagli oggetti connessi, grazie ai quali è possibile integrare la propria offerta con nuovi servizi di valore. Questo approccio ha un impatto diretto sui numeri del mercato: i servizi raggiungono quota 4 miliardi di euro (+14% vs 2022).

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Integrazione con l’Intelligenza Artificiale e sostenibilità: le sfide all’orizzonte

“Altre due grandi sfide che il mercato dovrà affrontare riguardano l’integrazione tra IoT e Intelligenza Artificiale da un lato, e un maggior focus sulla sostenibilità (in primis ambientale) dall’altro”, osserva Angela Tumino, direttrice dell’Osservatorio IoT. “È infatti proprio grazie all’effettiva capacità di sfruttare l’enorme potenziale derivante dall’integrazione tra IoT e AI che si porranno le basi per lo sviluppo del mercato futuro, grazie a nuovi scenari di utilizzo e ai numerosi benefici derivanti dall’impiego di dispositivi sempre più intelligenti. Anche la sostenibilità è sempre più al centro dell’attenzione di imprese e cittadini, e l’IoT può giocare un ruolo importante. Occorre però saper sbloccare questo potenziale, con il contributo di imprese, enti regolatori e pubbliche amministrazioni”.

L’assenza degli incentivi frena l’industria IoT

Nonostante la crescita del valore di mercato, nel 2023 si assiste a un rallentamento nel lancio di nuovi progetti Industrial IoT sul territorio italiano: il 18% delle grandi aziende ha avviato progetti nel corso dell’ultimo anno, dato in diminuzione rispetto al 31% del 2022 e al 21% del 2021. “Questo calo è da imputare in primis al dimezzamento degli incentivi che da alcuni anni hanno ormai un impatto diretto sull’avvio di nuovi progetti”, evidenzia Giovanni Miragliotta, responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things. “A testimonianza di ciò, quasi la metà delle imprese (48%) ha attribuito un ruolo chiave agli incentivi nella decisione di attivare progettualità di Smart Factory in passato. Nel biennio 2024-25, grazie al nuovo Piano di Transizione 5.0 che prevede lo stanziamento di 6,3 miliardi di euro, ci si augura che questa tendenza potrà essere finalmente invertita”.

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